Basta leggere il calendario dei lavori della Commissione
Cultura della Camera per capire che il cammino del decreto legge “La
scuola riparte” si prospetta difficile, se non addirittura impossibile.
La conclusione dell’esame del testo è prevista infatti per giovedì 24 ottobre.
Subito dopo si andrà in aula, ma appare quanto meno improbabile che l’esame definitivo possa iniziare già venerdì 25.
Quasi certamente si slitterà a lunedì 28, se non a martedì 29 ed è altrettanto certo che, in aula, il M5S, e forse anche la Lega, non rinunceranno a presentare proposte di modifica.
A quel punto per stare nei tempi il Governo sarà costretto, di fatto, a presentare il proprio “maxi-emandamento” e a chiedere il voto di fiducia.
Anche in questo modo la Camera non riuscirebbe a terminare i lavori prima di giovedì 31.
Quando il provvedimento arriverà al Senato bisognerà correre davvero, perché la conversione in legge dovrà essere effettuata improrogabilmente entro l’11 novembre. In pratica i senatori avranno poco più di una settimana per fare tutto e cioè esaminare il decreto nelle diverse commissioni e portarlo poi in aula.
Ma se il Senato dovesse approvare anche solo un piccolissima modifica al testo, i tempi non potrebbero più essere rispettati in alcun modo e il decreto verrebbe considerato decaduto.
Un'eventualità che, in considerazione dei rapporti un po’ burrascosi che intercorrono in questo momento fra le forze che sostengono il Governo, non va esclusa a priori.
Tecnica della Scuola
La conclusione dell’esame del testo è prevista infatti per giovedì 24 ottobre.
Subito dopo si andrà in aula, ma appare quanto meno improbabile che l’esame definitivo possa iniziare già venerdì 25.
Quasi certamente si slitterà a lunedì 28, se non a martedì 29 ed è altrettanto certo che, in aula, il M5S, e forse anche la Lega, non rinunceranno a presentare proposte di modifica.
A quel punto per stare nei tempi il Governo sarà costretto, di fatto, a presentare il proprio “maxi-emandamento” e a chiedere il voto di fiducia.
Anche in questo modo la Camera non riuscirebbe a terminare i lavori prima di giovedì 31.
Quando il provvedimento arriverà al Senato bisognerà correre davvero, perché la conversione in legge dovrà essere effettuata improrogabilmente entro l’11 novembre. In pratica i senatori avranno poco più di una settimana per fare tutto e cioè esaminare il decreto nelle diverse commissioni e portarlo poi in aula.
Ma se il Senato dovesse approvare anche solo un piccolissima modifica al testo, i tempi non potrebbero più essere rispettati in alcun modo e il decreto verrebbe considerato decaduto.
Un'eventualità che, in considerazione dei rapporti un po’ burrascosi che intercorrono in questo momento fra le forze che sostengono il Governo, non va esclusa a priori.
Tecnica della Scuola