A pochi giorni dalle prove
preselettive, confermate per lunedì 17 e martedì 18 dicembre, i precari
della scuola sono tornati a protestare contro la decisione del ministero
dell’Istruzione di tornare a svolgere il concorso a cattedra e di non
assumere in blocco il personale non di ruolo già vincitore di selezioni
pubbliche. Nel pomeriggio del 13 dicembre alcune decine di docenti non
di ruolo, aderenti al “Coordinamento precari scuola”, si sono dati
appuntamento davanti alla sede del dicastero che ha in mano le sorti
istruzione italiana: sulla scalinata di viale Trastevere hanno quindi
posizionato due banchi scolastici di formica verde e sopra vi hanno
appoggiato una pila di settimane enigmistiche e delle penne. Di lì a
poco un gruppo ha inscenato la prova preselettiva del concorso a
cattedra. Svolgendo, di fatto, la loro simulazione. E rifiutando quella
telematica, tanto contestata, disposta dal Miur.
L’apice dell’iniziativa provocatoria
si è raggiunta quando quattro manifestanti hanno indossato delle
maschere somiglianti al premier Monti, ai ministri Profumo, Patroni
Griffi e Fornero. Che si sono, anche loro, sottoposti ai test a risposta
multipla che, secondo i precari, somigliano troppo ai quesiti presenti
nei classici cruciverba.
Hanno spiegato, nel documento
distribuito, che “pur retrocedendo sugli ultimi due punti il Governo ha
voluto mantenere il concorso truffa e questo lo ha fatto per una
ragione: perché vuole mantenere in piedi e lasciare in eredità al futuro
Governo una politica orientata sui tagli nella scuola e sull’attacco
alla dignità del lavoro dei docenti, a partire dai precari”.
Poi il gruppo di insegnanti ha
lanciato aeroplanini di carta colorati verso il Ministero: dovevano
rappresentare gli F35 acquistati dal Governo. "La nostra mobilitazione –
ha spiegato un loro rappresentante - non è solo contro il concorso, ma
anche contro la politica dell'esecutivo per come ha trattato la scuola, i
precari, i lavoratori. L'acquisto dei caccia rappresenta uno sperpero
di denaro pubblico che andrebbe invece dirottato sull'istruzione".
Poi una promessa, che ha il sapore
dell’avvertimento ai politici che governeranno: “il mondo della scuola
proseguirà nella protesta – ha poi aggiunto - per fare pressione sul
mondo politico, in vista della prossima campagna elettorale. L'obiettivo
è che il futuro Parlamento, per prima cosa, ripristini le risorse
tagliate dall'esecutivo Berlusconi, restituendo al mondo dell'istruzione
e della ricerca gli investimenti che meriterebbe”.
Tecnica della Scuola