mercoledì 5 aprile 2017

Tar Pescara sentenzia - La ricreazione è un diritto: gli studenti non vanno sospesi




Il Tar di Pescara, attraverso la sentenza N. 112 del 30 marzo 2017, ha accolto le richieste formulate dai genitori di alcuni studenti di un liceo pescarese, puniti con la sospensione di cinque giorni per aver infranto il divieto di sostare nelle classi durante i dieci minuti di intervallo. All’origine del provvedimento, due circolari emanate dal dirigente scolastico che aveva preso la suddetta disposizione in ragione della sicurezza e della salute degli studenti per la presenza di lavori all’interno della struttura scolastica.



Ultime notizie scuola, mercoledì 5 aprile 2017: la ricreazione è un diritto, sentenza Tar Pescara


Come riportato dal quotidiano economico ‘Italia Oggi’, il Tribunale, in buona sostanza, ha dato ragione ai minorenni, in primis perché il dirigente scolastico avrebbe invaso la competenza del consiglio d’istituto.

Ma la sentenza del Tar di Pescara è motivata anche dal fatto che il dirigente della scuola avesse stabilito che, durante le ore di lezione, gli studenti avrebbero potuto usufruire dei servizi igienici solamente due volte al giorno. La ragione di questa disposizione era dovuta all’uso eccessivo della classica richiesta che, spesso, viene fatta dagli studenti, quella del “professore, posso andare in bagno?”, richiesta che poi si traduce nel semplice ‘bisogno’ di fumarsi una sigaretta.

Ricreazione e sospensione studenti: il Tar ha rilevato una ‘rappresentazione eccessivamente autoritaria’


Il Tar, pur riconoscendo la buona fede del provvedimento preso dal dirigente scolastico del liceo pescarese, ha giudicato la misura come eccessiva, in quanto tutti gli studenti, indiscriminatamente, andrebbero incontro ad uno svantaggio. Il tribunale, in buona sostanza, ha rilevato “una rappresentazione eccessivamente autoritaria e non dialogante della gestione della comunità scolastica”. Se da una parte le misure prese dal DS potevano essere giustificate dalla volontà di salvaguardare la sicurezza degli studenti, dall’altra il Tar ha giudicato tale provvedimento come un ‘atto eccessivo’, come eccessiva è stata la punizione inflitta ai ragazzi ‘disubbidienti’, ovvero i cinque giorni di sospensione.


scuolainforma