mercoledì 5 aprile 2017

Il T.A.R ordina: il candidato ha diritto all'acecsso agli atti




La sentenza 200/17, pubblicata dalla prima sezione del Tar Toscana, sancisce il diritto del candidato al concorso di poter visionare le correzioni della prova scritta prima della fine del concorso. Si sottolinea, infatti, come l”accesso’ dei cittadini agli atti rappresenta la ‘regola’ per la Pubblica Amministrazione, mentre il rifiuto costituisce l’eccezione. In pratica, come viene sottolineato dal quotidiano ‘Italia Oggi’, rischia grosso l’USR nel caso in cui dovesse opporsi alla richiesta d’accesso agli atti presentata dal docente bocciato agli scritti del concorso a cattedra.


Ultime notizie scuola, mercoledì 5 aprile: rifiuto accesso agli atti? Risarcimento anche dei danni erariali


Anche se l’Ufficio Scolastico Regionale, infatti, adempie in corso di causa al deposito dei documenti, il Ministero dell’Istruzione è condannato a pagare le spese di lite e la pronuncia viene trasmessa alla Procura regionale della Corte dei Conti. La sentenza, in pratica, sottolinea come il danno erariale era ‘agevolmente evitabile’ se l’USR avesse accolto l’istanza presentata dal candidato. Si fa riferimento, infatti, alla circolare ministeriale del 18 maggio 2016, in cui viene sottolineato come il candidato può ottenere l’accesso alle sue prove corrette e alle griglie di valutazione, durante il procedimento in corso, mentre deve attendere la conclusione del concorso per ottenere atti relativi ad altri candidati.

Concorso a cattedra: il candidato ha il diritto di visionare le correzioni prima della fine del concorso


La sentenza della prima sezione del Tar Toscana sottolinea come la trasparenza sulle procedure amministrative debba essere garantita al soggetto che abbia un interesse concreto e specifico anche se non ha ancora promosso un’azione giudiziaria in merito.

L’organo amministrativo ha parlato di ‘regole semplici e fondamentali’: dato che esiste una ‘giurisprudenza ventennale’ in relazione all’accesso agli atti, se funzionari e dirigenti applicassero queste regole, si potrebbero evitare inutili contenziosi.

La sentenza ribadisce, infine, come la burocrazia debba essere ‘al servizio del cittadino’ e ‘non di se stessa, secondo una logica perversa di autoreferenzialità’.