Sta alimentando diverse perplessità e
interrogativi la notizia fornita direttamente dal ministro
dell’Istruzione, Francesco Profumo, attraverso l’intervista rilasciata
il 1° settembre al quotidiano “La Repubblica”,
riguardante la volontà del Miur di sfoltire le graduatorie pre-ruolo
andando a verificare chi già svolge un’altra professione. Profumo ha
annunciato di aver “fatto un accordo con l'Inps”, al fine di “valutare
chi fra quei 163 mila iscritti alle vecchie graduatorie ha ancora
bisogno di un posto di lavoro nella scuola. Alcuni, nel frattempo, si
saranno sistemati altrove”.
L’obiettivo, non ancora dichiarato ma
per una parte della critica già evidente, sembrerebbe quello di
cancellare dalle liste di attesa tutti coloro che non avrebbero più
interesse ad entrare nella scuola a titolo definitivo. Tuttavia, poiché
al momento non esistono altre indicazioni, se non quelle fornite da
Profumo, non possiamo immaginare che il Miur possa cancellare la
posizione dei precari in graduatoria, ad esaurimento o di merito che
sia, solo perché già occupati in altri contesti professionali.
Probabilmente è invece intenzione del ministero dell’Istruzione
verificare, uno ad uno, tramite gli Uffici scolastici territoriali, se
c’è ancora da parte loro interesse ad essere assunti nella scuola. È
anche vero, in verità, che questa volontà dovrebbe essere già
sufficientemente evidente, dal momento che da alcuni anni per confermare
la propria posizione nelle GaE è indispensabile fare periodicamente
domanda (anche per coloro che nell’ultimo periodo non hanno prodotto
nuovi titoli o servizi). A meno che il ministro dell’Istruzione non si
riferisse agli ultimi vincitori di concorso: quelli del ’90 e del ’99.
Ma in questo caso si tratterebbe di qualche manciata di migliaia di
persone coinvolte. La cui presenza o assenza nelle liste di attesa non
cambia di certo la sostanza.
In ogni caso molto contrariato dalle parole di Profumo è Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli insegnanti. “Troviamo curiosa – dice il sindacalista
- l’intenzione del ministro di effettuare, in accordo con l’Inps, una
verifica sul numero di precari in graduatoria che, in attesa di essere
assunti nella scuola, hanno trovato un altro impiego. E’ ovvio che per
sopravvivere molti precari si arrangiano con altri lavori, ma ciò non
significa che questi colleghi debbano essere automaticamente tagliati
fuori, negando loro la possibilità di svolgere la professione per la
quale hanno studiato e investito tempo, passione e risorse economiche”.
Oltre che, aggiungiamo noi, vinto concorsi pubblici, acquisito
abilitazioni e specializzazioni specifiche per l’insegnamento
scolastico.
Tecnica della Scuola
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