Se le ragioni di fondo e di principio ci
sono tutte per dire di sì a nuovi concorsi, non mancano però
perplessità, riserve e preoccupazioni sulle forme e sulle modalità della
nuova selezione meritocratica come sembrano emergere da quanto
annunciato dal ministro Profumo.
Profumo ha più volte affermato che si
tratta di un concorso aperto ai giovani, ma sembra invece che saranno
principalmente i meno giovani ad essere i destinatari di questa
selezione. I giovani laureati, quasi tutti privi di abilitazione, non
potranno partecipare, compresi i 20 mila ammessi ai corsi TFA.
Né
potranno partecipare nemmeno all’annunciato prossimo concorso di
primavera riservato ai soli abilitati. E non saranno pochi, visto che in
180mila avevano presentato domanda di accesso ai corsi TFA e solo 20
mila di loro conquisteranno l’anno prossimo la sospirata abilitazione.
C’è un’altra comprensibile preoccupazione: la preselezione mediante test.
Dopo quanto successo l’anno scorso con i
test del concorso per dirigenti scolastici (è in corso un vistoso
contenzioso che tra l’altro ha prodotto già l’annullamento delle
procedure concorsuali in Lombardia e Calabria) e con quelli più recenti
per l’ammissione ai corsi TFA (il ministero ha dovuto annullare
d’ufficio vari item), è sembrata un po’ eccessiva la sicurezza del
ministro che ha garantito test a prova di errore e capaci di selezionare
la necessaria quantità di candidati per portare a termine la procedura
concorsuale.
Poi c’è l’incognita della tempistica
effettiva per concludere in tempo i concorsi per il 1° settembre 2013.
Soprattutto per la scuola secondaria i tempi tecnici potrebbero essere
più complessi del previsto. L’attuale esperienza dei concorsi per
dirigenti scolastici di Campania e Sicilia che non hanno ancora conclusa
la fase della correzione degli scritti lascia intendere che spesso i
tempi effettivi sono diversi da quelli virtuali.
Per non parlare delle commissioni giudicatrici e del partito trasversale dei ricorsi...
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