Avviare con celerità i corsi di
riconversione per soprannumerari. Ma realizzando prima una nuova
rilevazione nelle scuole, perché quella attuata un anno fa è ormai
superata. E non prevedere costi per i corsisti. Sono le richieste
principali che i sindacati presenteranno giovedì mattina, in occasione
dell’incontro programmato al Miur all’amministrazione sulle modalità di avvio dei corsi di specializzazione,
da realizzare nell’anno accademico 2013/2014 e con priorità rispetto
alle attività formative omologhe rivolte a 6.398 docenti abilitati.
L’incontro si svolgerà a quasi due settimane dalla pubblicazione della nota n. 10402,
con cui viale Trastevere ha invitato Usr e atenei a far partire i corsi
di sostegno. Nella nota il Miur sottolineava “l’urgenza di avviare
prioritariamente i corsi destinati ai docenti delle classi di concorso
in esubero”. Ad essere interessati sarebbero non pochi docenti: dalle
ultime rilevazioni nazionali, infatti, risultano oggi senza cattedra
oltre 8mila insegnanti, in gran parte operanti alle superiori. Solo
successivamente si passerà alla specializzazione di coloro che non
versano in questo stato (in gran parte si tratterebbe di precari).
Ora, i sindacati temono che per
abbreviare i tempi di allestimento dei corsi l’amministrazione proceda
direttamente alla loro attivazione. Senza aggiornare le candidature.
Che, a distanza di un anno, potrebbero presentare diverse novità: una
parte di quel personale, per esempio, potrebbe aver ritrovato la sua
cattedra, un’altra parte potrebbe essere andata in pensione. E c’è chi
invece dal 1° settembre scorso potrebbe essere entrato nel “tunnel” dei
senza posto. Insomma, per i sindacati non vi sono dubbi: quelle liste
vanno riviste. Magari aprendo una “finestra”, per fornire la propria
adesione ai corsi, di soli 10-15 giorni. In modo tale da far partire le
attività formative in tempi rapidi. E sbloccare lo stato di sostanziale
stand by.
Con l’occasione, i sindacati faranno
all’amministrazione anche altre richieste. Ad iniziare dalla consistenza
dei corsi, che dovranno ricalcare quelli rivolti al personale solamente
abilitato: le full immersion, insomma, non sembrano essere gradite a
nessuno.
I rappresentanti dei lavoratori
chiederanno inoltre garanzie sulla gratuità dei corsi. Anche in questo
caso la risposta dovrebbe essere positiva. Nella nota ministeriale 10402
si fa infatti riferimento ad un’altra nota, la DGPER n. 2935, risalente al 17 aprile 2012, attraverso cui il Miur ha dato attuazione al decreto direttoriale n. 7 del 16 aprile 2012,
il Decreto che, in pratica, ha istituito e regolamentato gli stessi
corsi specializzanti (previo accordo con la Conferenza nazionale dei
presidi di Scienze dalla formazione). E in quest’ultimo provvedimento il
Miur sottolineava che le specializzazioni sul sostegno sarebbero state
attivate per la “piena integrazione degli alunni portatori di disabilità
fisiche, psichiche e sensoriali”, solo “su base volontaria” e riservati
a “docenti delle classi di concorso o tipologie in esubero, con
particolare riguardo a tutte le classi di concorso interessate da
restrizioni di orario prodotte della riforma in atto”. Inoltre, si
specificava, che il numero dei corsi sarebbe stato “programmato” (senza
però esplicitare la quota massima di partecipanti) e che sarebbe stato
lo stesso Ministero i coprire gli interi costi delle formazione dei
soprannumerari. Salvo sorprese, quindi, i costi dovrebbero essere a
carico del Miur.
Tecnica della Scuola