Per la responsabile scuola del PD, Francesca Puglisi, la linea da
seguire per le prossime riforme è chiara "riorganizzazione
Istituzionale per sottrarre il MIUR dal Ministero dell’Economia".
Più poteri ai Consigli di istituto per controllare operato dei
Dirigenti
"Oggi - dice la Puglisi - il governo della scuola è frammentato su troppi livelli: Ministero dell'Istruzione, con competenza sulle regole generali e gli ordinamenti; Ministero dell'Economia, con competenza sugli stipendi degli insegnanti; Regioni, responsabili del dimensionamento, ovvero del numero e della localizzazione degli istituti, e della formazione professionale; Province, a cui spetta la manutenzione degli edifici nella secondaria di secondo grado (le superiori); Comuni, a cui spettano gli edifici della scuola primaria e secondaria di primo grado, oltre a tutta la scuola dell'infanzia; Istituzioni scolastiche autonome, cui oggi di fatto competono solo le supplenze brevi e le attività extra-curriculari".
Parola d'ordine "autonomia delle scuole", "la più importante riforma degli ultimi 13 anni" il cui processo, secondo la responsabile del PD "si è interrotto e con i ministri Gelmini e Profumo" e con i quali "si è ritornati a un ruolo centrale del Ministero".
Altro nodo è la riforma del Titolo V della Costituzione, che prevede un ampio trasferimento di poteri alle Regioni.
Semplificare, chiarire le responsabilità, svuotare il Miur e decentrare verso le Regioni, è la "soluzione preferibile", "realizzare pienamente l'autonomia delle singole scuole in campo didattico, finanziario, amministrativo e gestionale, rafforzando al contempo la verifica dei risultati dal parte del centro". Il centro rinuncia quindi ai compiti di autorizzazione amministrativa a priori, ma mantiene il ruolo di valutatore a posteriori, oltre a fissare le indicazioni nazionali (i programmi) e le competenze richieste al termine di ogni ciclo scolastico.
Ma a ciò non può che seguire una maggiore autonimia decisionale delle scuole, con consigli di istituto che abbiano maggiore potere nel controllo dell'operato dei Dirigenti
OS
"Oggi - dice la Puglisi - il governo della scuola è frammentato su troppi livelli: Ministero dell'Istruzione, con competenza sulle regole generali e gli ordinamenti; Ministero dell'Economia, con competenza sugli stipendi degli insegnanti; Regioni, responsabili del dimensionamento, ovvero del numero e della localizzazione degli istituti, e della formazione professionale; Province, a cui spetta la manutenzione degli edifici nella secondaria di secondo grado (le superiori); Comuni, a cui spettano gli edifici della scuola primaria e secondaria di primo grado, oltre a tutta la scuola dell'infanzia; Istituzioni scolastiche autonome, cui oggi di fatto competono solo le supplenze brevi e le attività extra-curriculari".
Parola d'ordine "autonomia delle scuole", "la più importante riforma degli ultimi 13 anni" il cui processo, secondo la responsabile del PD "si è interrotto e con i ministri Gelmini e Profumo" e con i quali "si è ritornati a un ruolo centrale del Ministero".
Altro nodo è la riforma del Titolo V della Costituzione, che prevede un ampio trasferimento di poteri alle Regioni.
Semplificare, chiarire le responsabilità, svuotare il Miur e decentrare verso le Regioni, è la "soluzione preferibile", "realizzare pienamente l'autonomia delle singole scuole in campo didattico, finanziario, amministrativo e gestionale, rafforzando al contempo la verifica dei risultati dal parte del centro". Il centro rinuncia quindi ai compiti di autorizzazione amministrativa a priori, ma mantiene il ruolo di valutatore a posteriori, oltre a fissare le indicazioni nazionali (i programmi) e le competenze richieste al termine di ogni ciclo scolastico.
Ma a ciò non può che seguire una maggiore autonimia decisionale delle scuole, con consigli di istituto che abbiano maggiore potere nel controllo dell'operato dei Dirigenti
OS