Ancora segnali negativi a livello
nazionale sul fronte degli investimenti a favore della cultura e
dell’istruzione dei nostri giovani. Secondo uno studio pubblicato il 6
aprile da Eurostat, l’istituto di statistica europeo, che ha messo a
confronto la spesa pubblica nel 2011, in cultura spendono ormai tutti
più di noi: dalla Germania (1,8% del Pil) alla Francia (2,5%) fino al
Regno Unito al 2,1%. Anche la media del vecchio Continente è impietosa:
se l’Italia si ferma all’1,1% del Pil, meritandosi la “maglia nera”,
nell’Ue si spende esattamente il doppio. Il dato diventa ancora più
avvilente se si pensa che per l'Unesco nel Bel Paese è contenuto il più
alto numero al mondo di beni patrimonio dell'umanità.
E per quanto riguarda il
sovvenzionamento della scuola, da quella d’infanzia alle superiori, non
va meglio: per l'istruzione si spende solo l'8,5% del Pil, mentre
nell’Unione europea si viaggia ad una media del 10,9%. L’ultimo posto
stavolta non è nostro, ma davvero per poco: peggio dell’Italia fa solo
la Grecia.
Tra i primi a commentare lo studio
pubblicato da Eurostat sono le associazioni degli studenti. Secondo
Michele Orezzi, coordinatore dell’Unione degli Universitari: le cifre
indicate dall’istituto di statistica europeo sono “semplicemente
l’ennesima conferma di quello che diciamo da anni come studenti, la
spesa in Istruzione nel nostro Paese è più che insufficiente”. Continua
Orezzi: “Dopo tanti slogan e tante campagne di disinformazione, ecco dei
dati che certificano la realtà. I dati dell’Eurostat sono una risposta
chiara e inconfutabile per tutti quelli che ancora oggi si ostinano a
dire che bisogna tagliare la spesa in Istruzione. Dopo il calo degli
iscritti all’università, dopo aver verificato, sempre dai dati
dell’Eurostat, che siamo l’ultimo Paese in assoluto per numero di
giovani laureati in Europa, è chiaro a tutti come l’Istruzione sia una
vera e propria emergenza nazionale”.
Anche le parole di Daniele Lanni,
portavoce della Rete degli Studenti, sono di dura condanna per la
politica nazionale sul fronte dell’istruzione ed in generale della
cultura italiana. “Dopo anni in cui hanno prima negato i tagli, poi li
hanno giustificati con la crisi e con le politiche di austerity oggi ci
vediamo ancora una volta fanalino di coda in Europa. Non è più
accettabile, tutto il Paese deve prendere atto della situazione e devono
essere adottati interventi urgenti e straordinari. Il taglio alla spesa
per l’Istruzione dimostra il taglio al futuro di una intera
generazione”.
Tecnica della Scuola