Sono in corso di svolgimento, in 100
città italiane le manifestazioni della Cgil in alle quali si aggiungono
gli scioperi di Cobas, Cub per la scuola e cortei di studenti e centri
sociali nella giornata di mobilitazione per lo sciopero generale
europeo.
In molte città i cortei sono diventati
occasioni di guerriglia: a Torino tre poliziotti feriti dagli autonomi,
occupato il Palazzo della Provincia. A Roma sassi e bombe carta dagli
studenti contro le forze dell'ordine, cariche e lacrimogeni in risposta,
schierati anche i blindati. Scontri studenti-polizia anche a Milano: 5
agenti feriti. A Padova due agenti feriti da bombe carta. A Brescia tre
giovani arrestati per avere incendiato copertoni, a Bologna blitz in una
sede della Cisl. Ad Ancona e Firenze uova e vernice contro Bankitalia, a
Napoli occupati i binari della stazione. A Genova bloccati il varco per
l'accesso ai traghetti al porto e la sopraelevata.
Nonostante lo sciopero abbia una valenza
generale, contro le politiche di austerity intraprese a livello
continentale (Da Terni il leader Cgil Susanna Camusso ha accusato il
governo: “L'austerità strangola il lavoro”), non c’è dubbio che il mondo
della scuola sia l’interprete principale della protesta, sia
numericamente, che per l’intensità delle azioni. Tutte le agenzie di
stampa indicano in studenti e precari gli attori più rilevanti delle
manifestazioni.
Probabilmente, occorrerà riflettere,
oggi e nei mesi che verranno, sulle ragioni per cui la scuola torna a
convogliare le frange più rilevanti e più radicali della protesta contro
le politiche del rigore.
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