Si comincia a delineare con maggiore
chiarezza il quadro delle proteste dei sindacati contro, principalmente,
il ddl Stabilità, l’inerzia del Governo su rinnovo del contratto e
blocco degli scatti d’anzianità. Con due date, mercoledì 14 e venerdì
24, attorno a cui, anche per via della spinta di tanti lavoratori della
scuola, stanno confluendo un sempre maggiore numero di adesioni.
Partiamo dallo sciopero del 14
novembre, la giornata europea di mobilitazione contro i tagli alla spesa
pubblica decisi da un nutrito numero di stati membri dell’Unione
Europea, proclamata dalla Confederazione Europea dei Sindacati. Prima si
sono uniti i Cobas, l’Unicobs e il Sisa. E nelle ultime ore anche la Flc-Cgil
Secondo Piero Bernocchi, portavoce
nazionale Cobas, sarebbe stato un vero peccato non raccogliere
“l’appello dei tre popoli affinché il 14 sia davvero la prima, grande e
unitaria mobilitazione popolare europea”. Tra l’altro la data coincide
con la decisione finale a Montecitorio sull’emendamento delle 24 ore
settimanali: “la legge che verrà votata alla Camera tra il 14 e il 16
novembre – continua il leader dei comitati di base - prevede l’aumento
dell’orario (a parità di salario) di un terzo ai docenti delle medie e
delle superiori, con la conseguente espulsione di altre decine di
migliaia di precari; la deportazione degli insegnanti “inidonei”, il
blocco infinito di contratti e scatti di anzianità”. Per questi motivi,
prosegue Bernocchi, “nelle piazze italiane e in particolare a Roma
davanti al Parlamento, ove si svolgeranno le votazioni sulla legge di
in-stabilità, chiederemo con forza la cancellazione delle 24 ore
settimanali dell’orario di cattedra - folle aumento del 33% dell’orario
di lavoro mai imposto in Italia o in altri paesi europei nel dopoguerra
-, del blocco dei contratti e degli scatti di anzianità, del
concorsaccio per i precari, della deportazione degli “inidonei” e della
legge Aprea-Ghizzoni, per l’assunzione dei precari e massicci
investimenti nella scuola pubblica”.
I Cobas, dopo aver tentato
inutilmente di far confluire la protesta al 14, confermano, comunque, la
partecipazione anche allo sciopero del 24 novembre.
Decisamente attivi, intanto, si dimostrano anche i sindacati maggiori - Cisl Scuola, Uil Scuola, Snals e Gilda
-, che stanno coinvolgendo nella loro battaglia al disegno di legge di
stabilità, in particolare all’incremento delle ore di insegnamento
settimanale, diversi esponenti del mondo politico. L’ultimo incontro si è
svolto il 6 novembre a Roma, con l’on. Lorenzo Cesa, segretario
dell’Udc. Vi “hanno preso parte i segretari generali Scrima, Di Menna,
Nigi e Di Meglio”, si legge in un comunicato unitario, e gli “sono state
illustrate le ragioni della mobilitazione in atto e in particolare
quelle che rendono inaccettabile, nel merito e nel metodo, l’ipotesi di
un incremento pesante dell’orario di lavoro dei docenti attuato con una
vera e propria invasione delle prerogative negoziali. L’on. Cesa,
dichiarando di condividere sostanzialmente quanto rappresentato dai
segretari, ha dichiarato piena disponibilità e assicurato l’impegno del
suo partito a sostenere attivamente la necessaria azione emendativa del
testo di legge nell’ambito del percorso di approvazione in sede
parlamentare”.
Come annunciato, nel corso dei
prossimi giorni si svolgeranno le assemblee provinciali, durante le
quali saranno chiamati i lavoratori a discutere sui motivi della
contestazione. Nel Lazio, ad esempio, per il 13 novembre “Flc Cgil, Cisl Scuola,Uil Scuola, Snals Confsal e Gilda Unams,dalle ore 8,00 alle ore 11,00 (comprensivo dei tempi di percorrenza)”, hanno indetto delle assemblee provinciali, “con il seguente ordine del giorno: cancellazione dal d.d.l. di stabilità delle norme che modificano il CCNL dei lavoratori della scuola; pagamento degli scatti di anzianità; preparazione dello sciopero e della manifestazione del 24 Novembre a difesa della scuola pubblica
e del diritto allo studio”. Gli incontri serviranno anche a creare la
maggiore partecipazione possibile allo sciopero, con manifestazione a
Roma, del 24 novembre. Sciopero cui aderiranno anche i Cobas. Che così,
assieme alla Cgil, chiederanno ai propri aderenti di incrociare le
braccia per due volte in appena dieci giorni.
Continuano poi a svilupparsi le iniziative di protesta non prettamente sindacali. Come quella organizzata a Roma da un coordinamento di istituti
che, dopo quattro assemblee molto partecipate, ha deciso di organizzare
per il 10 novembre un corteo alle ore 14,30 da piazza dell'Esquilino
(via Cavour) che si concluderà in piazza Ss. Apostoli. La protesta sta
riscuotendo adesioni trasversali. L’Usb scuola, ad esempio, che
ha ravvisato dei problemi a causa dell’applicazione della “legge 146/90
ancora una volta strumento contro la libertà”, ha deciso che sabato
10 novembre sarà “in piazza con i coordinamenti delle scuole con cortei
cittadini per segnare la prima tappa della settimana di blocco delle
attività aggiuntive, della settimana in cui avremo respirato il solo
“Profumo di didattica” che resta della Scuola (l’astensione in corso
dalle attività extra-didattiche avviata assieme a Unicobas, ANIEF, USI Scuola, CUB-Sur, Orsa Scuola e Università e SAB ndr)
sotto i colpi del Governo Monti. E il 14 se ci saranno momenti di
mobilitazione locali o delle scuole convocati su parole d’ordine
condivisibili la USB non farà mancare il proprio apporto”.
Un altro raggruppamento di docenti e
Ata, Rsu in servizio nelle scuole pubbliche di Roma del I Municipio e
dei quartieri Monteverde, Eur, Garbatella, Ostiense, ha organizzato,
infine, una “Fiaccolata per la Resistenza e la Difesa della Scuola
Pubblica”, per Martedì 13 Novembre 2012 alle ore 17,30, con partenza dal
piazzale antistante l’ITIS Armellini (Metro B San Paolo).
Tecnica della Scuola