«Negli anni '60 abbiamo giustamente battagliato per togliere le
classi differenziali, ma non c'è stata una risposta alternativa. Il
tentativo di inserire nella scuola gli alunni con disabilità grave è
fallito». Non usa mezzi termini Irene Rottigni, vicario del dirigente
per il Quarto comprensivo di Savona. La sua denuncia è chiara: le
risorse per gli studenti disabili sono così poche che in certi casi non
si riesce a garantire neanche l'orario minimo obbligatorio. Il problema
non riguarda solo la Liguria: per legge la media italiana dev'essere di
un insegnante ogni due alunni, ma la soglia – rispettata a livello
nazionale – è sforata in nove regioni del centro-nord.
«Alle elementari l'orario minimo settimanale è di 24 ore – spiega Rottigni. – I ragazzi più gravi devono essere obbligatoriamente seguiti da una persona, ma non sempre ci sono le risorse per garantire che quella persona sia presente per il tempo minimo previsto dalla legge. Il problema non tocca solo le elementari, né solo la nostra regione: tantissime colleghe di altri comprensivi del Savonese, ma anche di Piemonte e Lombardia, mi raccontano le stesse cose».
Che il problema sia diffuso lo confermano i dati della Cisl-Scuola,
aggiornati allo scorso anno scolastico: il record negativo è di
Lombardia e Lazio, dove c'è un insegnante ogni 2,5 alunni, ma superano
il tetto anche Piemonte, Veneto, Emilia-Romagna, Marche, Umbria, Abruzzo
e appunto Liguria. «Casi come quello di Savona non sono isolati – dice
Rita Frigerio, segretaria nazionale del sindacato di settore. – In altre
situazioni l'orario minimo è garantito, ma il sostegno è comunque
insufficiente. Una carenza che crea difficoltà a tutti gli alunni, non
solo a chi ha bisogno di aiuto».
Nel 2011/12 gli studenti disabili erano quasi 200mila, di cui la fetta maggiore – circa 75mila – alle elementari e gli altri divisi tra asilo, medie e superiori. Secondo Frigerio anche quest'anno, come quelli precedenti, vedrà una crescita, spinta soprattutto dall'aumento della popolazione straniera. La situazione si aggrava: «Dappertutto c'è fame di personale – riprende Rottigni. – Alla fine degli anni '90 c'era un insegnante per bambino, e i risultati si vedevano. Qualche anno fa siamo passati a un rapporto 1 a 2, e ora non possiamo più garantire nemmeno questo. Parlo per esperienza diretta: le nostre elementari ospitano 15 disabili, di cui 7 gravi, e 6 insegnanti». Sono lontani i tempi delle «vacche grasse», evocati dalla stessa Rottigni. E gli studenti disabili sembrano sempre più soli.
Sole24ore
«Alle elementari l'orario minimo settimanale è di 24 ore – spiega Rottigni. – I ragazzi più gravi devono essere obbligatoriamente seguiti da una persona, ma non sempre ci sono le risorse per garantire che quella persona sia presente per il tempo minimo previsto dalla legge. Il problema non tocca solo le elementari, né solo la nostra regione: tantissime colleghe di altri comprensivi del Savonese, ma anche di Piemonte e Lombardia, mi raccontano le stesse cose».
Nel 2011/12 gli studenti disabili erano quasi 200mila, di cui la fetta maggiore – circa 75mila – alle elementari e gli altri divisi tra asilo, medie e superiori. Secondo Frigerio anche quest'anno, come quelli precedenti, vedrà una crescita, spinta soprattutto dall'aumento della popolazione straniera. La situazione si aggrava: «Dappertutto c'è fame di personale – riprende Rottigni. – Alla fine degli anni '90 c'era un insegnante per bambino, e i risultati si vedevano. Qualche anno fa siamo passati a un rapporto 1 a 2, e ora non possiamo più garantire nemmeno questo. Parlo per esperienza diretta: le nostre elementari ospitano 15 disabili, di cui 7 gravi, e 6 insegnanti». Sono lontani i tempi delle «vacche grasse», evocati dalla stessa Rottigni. E gli studenti disabili sembrano sempre più soli.
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