martedì 18 settembre 2012

Sostegno, ora si può cambiare, parola di ministro

"Gli insegnanti di sostegno in Italia sono circa 150 mila, un numero importante, forse è arrivato il momento per una revisione del modello". Il ministro all'Istruzione e all'Università, Francesco Profumo, non parla di tagli davanti alle maestre e alle insegnanti dell'ex Istituto Duca degli Abruzzi, da ieri intitolato all'ex presidente della Repubblica Sandro Pertini. Cerimonia a cui ha partecipato insieme con il sindaco Fassino.

Profumo paragona il sistema italiano a quello degli altri Paesi europei e cita alcuni casi pilota, come quello in Veneto, che potrebbero essere presi ad esempio per riformare il modello dell'insegnamento di appoggio. "È stato fatto un grande lavoro sulla disabilità  -  spiega il ministro Profumo  -  ricerche e studi che vanno in profondità sui diversi tipi di problematiche, anche sul fronte comportamentale. Situazione che forse oggi possono essere seguite in maniera diversa, con un altro approccio, più collettivo e non con un'insegnante dedicata. Il nostro è un Paese che in assoluto ha una cultura, una storia, un'attenzione e un livello di servizio ottimo quando si parla di disabilità". E poi cita il caso Veneto: "Ad esempio in quella Regione si sono create figure di coordinamento tra le diverse scuole. Un sistema che si potrebbe esportare".

Un tema da affrontare perché il numero degli studenti disabili aumenta di anno in anno. Non c'è una stabilizzazione. Il ministro Profumo non ha ancora una ricetta, anche il 
sistema dell'insegnamento di appoggio rientra "nell'analisi dei sistemi formativi europei anche perché prima di fare qualsiasi tipo di azioni dobbiamo capire bene cosa succede in Europa e quali sono i modelli migliori a cui ci si può ispirare", aggiunge l'ex rettore del Politecnico. Stesso ragionamento sull'inizio della scuola a cinque anni: "È un tema di studio, il Paese ha bisogno di stabilità e di non cambiare troppe regole".

Dopo la cerimonia in via Montevideo, il ministro ha partecipato al convegno organizzato dall'Aidea alla Facoltà di Economia: "L'università in questo momento ha il ruolo fondamentale di essere lo strumento vero di innovazione del Paese, al suo interno ha i germi per essere l'elemento di traino", dice Profumo. "In questo momento eccezionale  -  ha osservato  -  dovranno essere ridisegnati i nostri sistemi di formazione. Quelli attuali hanno un livello di incremento delle informazioni che non siamo in grado di gestire. Ci sono tante informazioni, troppe, disorganizzate. È necessario avere una scuola più formativa con più strumenti logicodeduttivi e meno informazioni". E secondo Profumo "avevamo tutti i dati perché questa crisi potesse essere prevista e forse trattata in modo diverso".

La Repubblica