domenica 28 settembre 2014

TUTTOSCUOLA - Spariranno gli insegnanti di sostegno?




Una ricerca biennale in corso in 17 classi sperimentali (più 17 classi di riscontro), promossa dalle università di Bolzano e Trento con il coordinamento di Dario Ianes (Bolzano) e Paola Venuti (Trento), sta verificando sul campo la sostenibilità concreta dell’ipotesi di fare a meno degli insegnanti di sostegno come figura distinta da quella degli insegnanti curricolari, anche in presenza di alunni con disabilità certificate.

L’idea di fondo, sostenuta da anni da Ianes in numerose pubblicazioni e comunicazioni scientifiche, è che i 110.000 insegnanti di sostegno attualmente presenti nella scuola italiana siano una risorsa sprecata, che potrebbe essere molto meglio impiegata se essi confluissero in un unico corpo docente, capace nel suo insieme di far fronte ai problemi di tutti gli alunni, disabili compresi.
Questa tesi è ora riproposta dal ricercatore, docente di Pedagogia e Didattica speciale nell’università di Bolzano, in un volume intitolato L’evoluzione dell’insegnante di sostegno (sottotitolo Verso una didattica inclusiva), pubblicato dalla casa editrice Erickson di Trento.
L’autore parte dalla diffusa insoddisfazione delle famiglie dei disabili, e degli stessi docenti di sostegno, per il servizio come è attualmente organizzato: senza garanzia di continuità, con un rapporto spesso difficile con i colleghi curricolari, con troppi casi di disabili ‘affidati’ in esclusiva (e magari fuori della classe) ai docenti di sostegno, con il disimpegno degli insegnanti curricolari dal cercare soluzioni didattiche appropriate per questi alunni.
In alternativa si potrebbe invece, propone Ianes, unificare gli organici creando a livello di scuola o di territorio organici funzionali, utilizzare gli attuali docenti di sostegno in compresenza e prevedere per una parte di essi il ruolo di figure specializzate (“peer tutor”) itineranti a sostegno dei docenti curricolari. Nella formazione iniziale di tutti gli aspiranti docenti futuri dovranno essere inseriti insegnamenti e moduli finalizzati alla didattica inclusiva. A quel punto tutti gli insegnanti a tutti i livelli (ma cominciando dalla scuola di base, suggerisce realisticamente Ianes) saranno nello stesso tempo insegnanti di sostegno e curricolari.
Di didattica inclusiva come problema di tutta la scuola e di tutti gli alunni si è parlato nei giorni 26 e 27 settembre 2014 anche in occasione del IV Convegno Nazionale organizzato dal Consorzio Universitario Humanitas svoltosi a Roma presso la LUMSA, dedicato al tema Disturbi dell’apprendimento e del comportamento nella scuola digitale.