La fiducia incassata dal Governo
Letta non cambia i programmi dei Cobas. Che, assieme ad altri sindacati
meno rappresentativi, confermano lo sciopero generale della scuola e del
lavoro dipendente proclamato per venerdì 18 ottobre. Il sindacato per
l’occasione ha organizzato una manifestazione a Roma, insieme agli altri
lavoratori dipendenti che incroceranno le braccia, con un corteo che
alle ore 10 partirà da piazza della Repubblica per terminare con i
comizi a piazza San Giovanni.
"Nonostante la rissa permanente nella
casta politicante, la fiducia parlamentare rinnovata a Letta dimostra
come, al di là dei conflitti tra clan rivali – ha spiegato il 5 ottobre
il leader dei comitati di base della scuola, Piero Bernocchi - l'Italia
sia dominata da un partito unico dell'austerità, che colpisce in una
sola direzione, quella dei salariati, dei disoccupati, dei pensionati
poveri, dei servizi pubblici, dei beni comuni. La Legge di (In)stabilità
in arrivo infierirà sempre in tale direzione, e accentuerà la crisi,
come tutte le politiche recessive degli ultimi sei anni in Europa.
Confermiamo dunque, con ad altri sindacati conflittuali, per il 18
ottobre lo sciopero generale della scuola, insieme a tutto il lavoro
dipendente pubblico e privato".
La protesta sarà portata avanti da
tutto il personale: “come docenti ed Ata, protestiamo contro la
scuola-miseria, la riduzione degli investimenti, il taglio di 150 mila
posti di lavoro, il blocco dei contratti, dei salari e degli scatti di
anzianità che dura oramai da quattro anni - e che la prossima
Finanziaria vuole mantenere bloccati almeno per altri due - con docenti
ed Ata che hanno perso il 30% delle retribuzioni", continua Bernocchi.
Aggiungendo che i Cobas chiedono "massicci investimenti nella scuola
pubblica bene comune, un aumento di 300 euro mensili netti per docenti e
Ata, la restituzione degli scatti di anzianità, l'assunzione di tutti i
precari, l'applicazione dell'obbligatorietà della materia alternativa
alla religione con migliaia di nuove cattedre, la piena regolarizzazione
del lavoro dei 'modelli viventi', la democrazia sindacale per tutti/e,
contro il monopolio dei sindacati di Stato".
Per il momento gli altri sindacati
non parlano di sciopero. Però Flc-Cgil e Gilda hanno già chiamato il
personale alla mobilitazione. E se il rinnovo contrattuale, peraltro
solo per la parte normativa, dovesse riservare amare sorprese (basti
pensare all’aumento dell’orario, agli incrementi dello stipendio
esclusivamente legati al merito, alla progressiva impiegatizzazione
della figura del docente, ecc.) anche gli altri rappresentanti dei
lavoratori (Cisl, Uil e Snals) potrebbero cominciare ad alzare la voce.
Determinante, in tal
senso, potrebbe anche essere il recupero totale degli scatti di
anzianità. Su questo punto l’Anief sostiene che “il personale
della scuola che godrà dell’aumento in busta paga si dovrà accontentare
di quell’una tantum. E basta”. In effetti, nel decreto di proroga del
blocco dei contratti sino alla fine del 2014, approvato dal Consiglio
dei ministri e in procinto di pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, è
previsto che eventuali aumenti stipendiali attuati “a decorrere
dall’anno 2011” non avranno effetti sulla ricostruzione di carriera. Di
sicuro, se così andrà a finire, se la norma dovesse essere convertita in
legge, a scioperare non saranno più soltanto i Cobas.Tecnica della Scuola