L’avvertimento del capogruppo Pdl alla Camera: se si fa il gioco
delle tre carta, faremo ostruzione in occasione della conversione dei
decreti cari al Pd su scuola, fondi allo spettacolo e stabilizzazione
dei precari della PA. Ma la formazione dei giovani non era un terreno
“franco”?
Comincia ad essere messo in dubbio l’impegno preso in estate dal Governo sull’intoccabilità
dei fondi destinati alla scuola. A far vacillare il patto preso tra i
responsabili dell’Esecutivo Letta, sono le pressioni esercitate da
alcuni parlamentari. Uno su tutti: il capogruppo Pdl alla Camera,
Renato Brunetta. Che tira in ballo i risparmi assicurati alla scuola per
il timore crescente di assistere all’aumento dell’Iva e al pagamento
dell’Imu su tutte le proprietà edilizie.
"Non
si faccia il gioco delle tre carte: l'Imu sulle prime case e sui
terreni e fabbricati funzionali alle attività agricole non si deve più
pagare e l'Iva non aumenta", ha detto Brunetta. Per poi aggiungere: "se
questo è il gioco di rimettere in discussione decisioni già prese,
allora il Pdl denuncerà, in occasione della conversione, anche i decreti
cari al Pd su scuola, fondi allo spettacolo e stabilizzazione dei
precari della PA, che portano via risorse per quasi 2 miliardi".
Insomma,
rischia di saltare in Parlamento l’impegno formale preso dal Governo
sul decreto scuola, con circa 400 milioni di euro investiti su più
fronti e che inciderà già sull’anno scolastico in corso.
Rimane solo un dubbio: ma la scuola non doveva essere un settore
“franco”, al di sopra delle diatribe della politica, perché a tutela del
futuro delle nuove generazioni?
Tecnica della Scuola