La scuola “non può più essere
terreno di scontro politico. Siamo a un punto in cui è possibile, anzi
necessario, arrivare a delle conclusioni comuni, condivisibili e dunque
percorribili, qualunque governo nascerà dalle prossime elezioni”. Lo scrive, in una lettera al Corriere della Sera, il sottosegretario all'istruzione Elena Ugolini.
“Dietro la scuola c'è tutto il
paese. Le politiche nazionali e locali sulla scuola dovrebbero avere un
unico scopo: aiutare le singole istituzioni scolastiche, i loro
dirigenti e docenti, a lavorare bene. Lo scopo è che tutte le famiglie
italiane possano avere una scuola di qualità per i propri figli a
prescindere dal reddito”. Per Ugolini, “la scuola deve tornare
ad essere considerata un investimento, non solo un costo o, addirittura,
una voce del redditometro. In un paese civile si dovrebbero poter
dedurre le spese per l'educazione dei figli”.
“Penso - continua nella lettera - che
la leva per il cambiamento sia costituita da quattro parole: autonomia,
valutazione, nuove politiche del personale, sostegno alle famiglie
nelle proprie scelte educative. Propongo semplicemente di aggiornare il
libro bianco sull'istruzione scritto 5 anni fa da Fabrizio Barca e Piero
Cipollone, per chiedersi seriamente che cosa vorremmo che la scuola
fosse da qui a 10 anni e prendere, solo di conseguenza, delle decisioni a
breve e medio termine”.
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