domenica 13 gennaio 2013

La scuola un investimento e non un costo, lo sostiene la Ugolini

La scuola “non può più essere terreno di scontro politico. Siamo a un punto in cui è possibile, anzi necessario, arrivare a delle conclusioni comuni, condivisibili e dunque percorribili, qualunque governo nascerà dalle prossime elezioni”. Lo scrive, in una lettera al Corriere della Sera, il sottosegretario all'istruzione Elena Ugolini.

Dietro la scuola c'è tutto il paese. Le politiche nazionali e locali sulla scuola dovrebbero avere un unico scopo: aiutare le singole istituzioni scolastiche, i loro dirigenti e docenti, a lavorare bene. Lo scopo è che tutte le famiglie italiane possano avere una scuola di qualità per i propri figli a prescindere dal reddito”. Per Ugolini, “la scuola deve tornare ad essere considerata un investimento, non solo un costo o, addirittura, una voce del redditometro. In un paese civile si dovrebbero poter dedurre le spese per l'educazione dei figli”.
Penso - continua nella lettera - che la leva per il cambiamento sia costituita da quattro parole: autonomia, valutazione, nuove politiche del personale, sostegno alle famiglie nelle proprie scelte educative. Propongo semplicemente di aggiornare il libro bianco sull'istruzione scritto 5 anni fa da Fabrizio Barca e Piero Cipollone, per chiedersi seriamente che cosa vorremmo che la scuola fosse da qui a 10 anni e prendere, solo di conseguenza, delle decisioni a breve e medio termine”.

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