Un concorso l’anno per i prossimi tre
anni. A prometterlo è stato il ministro dell’Istruzione, Francesco
Profumo, partecipando a Unitalia, l’iniziativa organizzata da l’Unità e Left.
Durante l’intervento del responsabile del Miur, contrassegnato dalla
insistita protesta di qualche decina di docenti sindacalizzati, in
prevalenza aderenti ai sindacati di base, sono stati toccati vari
argomenti. Tra quelli più importanti non poteva non esserci il concorso a
cattedra, in procinto di essere bandito dopo un “vuoto” di 13 anni.
Profumo ha ribadito che la sua indizione “non lederà i diritti di nessuno”,
perché darà la possibilità di parteciparvi in larga parte agli iscritti
nelle graduatorie ad esaurimento e di merito, in modo da poter dare
modo loro di “accelerare il percorso di inserimento in ruolo senza dover abbandonare la graduatoria stessa”.
Il Ministro ha difeso strenuamente la
scelta di non aprire la selezione a tutti. Dovuta all’esigenza di
limitare le immissioni in ruolo al necessario – sulla base dei posti
effettivamente vacanti - , in modo da non appesantire ulteriormente
l’avvio della riforma del reclutamento scolastico. Che tra l’altro, vale
la pena ricordare, deve ancora essere approvata. A tal proposito, ha
sottolineato il ministro dell’Istruzione, “la gestione del transitorio è senz'altro molto delicata e difficile”. Nel frattempo, ha aggiunto Profumo, “ci saranno concorsi fino al 2015, con cadenza annuale, in modo da ristabilire la normalità”. Tornando, in tal modo, ad assumere non più quasi solamente dalle Gae, ma anche attraverso prove di merito dirette.
Una notizia, quella fornita dal
Ministro, che non dispiacerà a quella grande maggioranza di esclusi già
in occasione della prima imminente selezione concorsuale (l’ultima con
le procedure tradizionali), il cui bando dovrebbe essere pubblicato il
prossimo 24 settembre: per oltre quel 90 per cento di candidati che non
ce la faranno (il Miur ha messo a concorso poco più di 11mila posti, a
fronte di almeno 150mila domande attese) ci saranno infatti altre tre
chance concorsuali per tentare di fare dell’insegnamento la loro
professione. Possibilità però che avranno, è bene ricordarlo, delle
regole nuove. Ad iniziare da quella che pone fine alla presenza eterna
in graduatoria: gli idonei che non dovessero essere assunti vi
rimarranno, infatti, per un periodo definito (due anni?), terminato il
quale perderanno ogni diritto all'assunzione. Con le liste d'attesa che
decadranno automaticamente.
Tecnica della Scuola