Dopo quindici anni, ritorna, dunque, il progetto di concludere il percorso scolastico a 18 anni, anziché a 19 anni, per porre i nostri giovani in una condizione di parità con quelli europei. La commissione di esperti voluta dal ministro Profumo deve cercare il modo di portare i nostri studenti al diploma un anno prima di quanto è sempre avvenuto dalle nostre parti.
Vi sono due strade possibili: ridurre di un anno il percorso oppure anticiparlo.
Non sarà facile trovare la strada
giusta, perché quel che è possibile sulla carta troverà sicuramente
ostacoli pressoché insormontabili in campo politico e sindacale. Come è
già successo.
Fu il ministro Berlinguer per primo a
progettare l’uscita anticipata del percorso scolastico a 18 anni. Nel
1997, nella sua prima ipotesi di riforma dei cicli, progettò di
anticipare l’obbligo scolastico all’ultimo anno della scuola
dell’infanzia. Questo progetto avrebbe comportato l’inizio della scuola
primaria a cinque anni di età e la riduzione di un anno della scuola
dell’infanzia. Proprio dalla scuola dell’infanzia (sindacati,
associazioni, Comuni) vennero le maggiori resistenze e, alla fine, il
ministro rinunciò alla soluzione dell’anticipo, ripiegando
sull’accorciamento del percorso.
Nella sua legge di riforma dei cicli
Berlinguer propose di riunire elementare (cinque+tre) e media nella
scuola di base per la durata complessiva di sette anni anziché otto. Fu,
soprattutto, il progetto di attuazione del passaggio alla scuola di
base con la cosiddetta “onda anomala” a creare una diffusa
preoccupazione tra i genitori e tra i sindacati di categoria.Anche per questa ostilità (insieme al concorsone per premiare il merito dei docenti) il ministro dovette lasciare.
Il ministro Moratti condivise
l’obiettivo di Berlinguer, ma, oltre ad ottenere l’abrogazione della
legge di riforma dei cicli, tentò altre soluzioni. Dopo aver ipotizzato
un improbabile premio di accorciamento di un anno dell’intero percorso
scolastico per chi poteva vantare la frequenza integrale della scuola
dell’infanzia, la Moratti progettò nella sua riforma del sistema
scolastico di ridurre di un anno la durata dei licei. Ma la sua
maggioranza in Parlamentò bocciò l’idea.
Il ministro si dovette accontentare di
introdurre un parziale anticipo (quattro mesi, anziché un anno) in via
facoltativa, sperando che le famiglie sfruttassero in massa la
possibilità offerta.
Se tutti i bambini che i sei anni di età li compivano dopo il 31
dicembre e comunque entro il 30 aprile avessero anticipato l’accesso
alla scuola dell’obbligo, vi sarebbe stato circa un terzo dei ragazzi
(quelli nati nei primi quattro mesi dell’anno) dentro il percorso
abbreviato voluto dalla Moratti. Attualmente, invece, il sì all’anticipo
sfiora soltanto l’8%.Per Profumo la strada per il diploma a 18 anni è tutto in salita.
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