a Fioroni a Profumo,
passando per Gelmini-Sacconi, l’obiettivo è sempre lo stesso: collegare
la filiera formativa tecnico-professionale alle filiere produttive del
territorio, per lo sviluppo, l’innovazione e la competitività del Paese.
La realizzazione tuttavia non è facile per la molteplicità dei soggetti
coinvolti e la complessità della governance. I vari soggetti
istituzionali (Miur, Ministero del lavoro, Ministero dello sviluppo
economico, Ministero dell’economia, Conferenza unificata delle Regioni)
devono infatti interagire con le parti sociali e i rappresentanti delle
forze economiche e produttive.
A partire per primo con
piglio deciso fu l’ex ministro Fioroni. La legge 40/2007, articolo 13,
delineava non solo la riforma degli istituti tecnici e professionali,
poi portata avanti dalla Gelmini, ma anche altre misure rimaste in gran
parte ancora da attuare, quali gli “organici raccordi” tra i percorsi
degli istituti tecnico-professionali e i percorsi di IeFP, di competenza
delle regioni, e i “poli tecnico-professionali” tra gli istituti
tecnici, gli istituti professionali, le strutture della formazione
professionale e gli istituti tecnici superiori (Its). Obiettivo delle
“Disposizioni urgenti” era quello di promuovere in modo stabile e
organico la diffusione della cultura scientifica e tecnica, di sostenere
le misure per la crescita sociale ed economica, di colmare il gap fra
le richieste delle imprese e il numero di diplomati. Il deficit annuo di
tecnici intermedi era nel 2008 di circa 132mila unità, e supera a
tutt’oggi le 100mila unità.
Anche i ministri
Gelmini e Sacconi hanno lavorato sulla stessa linea elaborando
congiuntamente “Italia 2020”, il Piano di azione per l’occupabilità dei
giovani attraverso l’integrazione tra apprendimento e lavoro.
Le nuove “Disposizioni
urgenti in materia di semplificazione e di sviluppo” della legge n. 35
del 4/4/2012, all’articolo 52 riguardano l’istruzione
tecnico-professionale e gli istituti tecnici superiori, prevedendo delle
Linee guida a sostegno dello sviluppo delle filiere produttive del
territorio e dell’occupazione dei giovani.
La conferenza dei
servizi che si è svolta a Roma il 13-6-2012 ha fatto il punto sulla
situazione e delineato i prossimi obiettivi operativi. La tendenza è di
elaborare piani formativi anche sovra regionali, per ambiti complessi,
valorizzando le specificità dei territori e quelli che oggi si chiamano
“cluster tecnologici”, intesi come aggregazioni in particolari aree
geografiche di imprese, università, enti di ricerca, associazioni di
categoria ed amministrazioni locali, tanto importanti per la crescita
economica. Un grande lavoro preparatorio di analisi è stato intrapreso
dal Mef che ha predisposto una mappatura aggiornata delle principali
filiere produttive presenti nel nostro Paese, base indispensabile per
costruire e articolare l’offerta formativa nei territori, dai percorsi
di istruzione tecnica e professionale agli Its.
Un esempio di offerta
molto articolata e al passo coi tempi si osserva nel settore
agroalimentare, nel quale si contano 5 distretti con specificità
territoriali, 3 qualifiche triennali di IeFP, 2 Diplomi quadriennali di
IeFP, l’indirizzo di istruzione professionale dei servizi per
agricoltura e lo sviluppo rurale, l’indirizzo di istruzione tecnica di
agraria, agro alimentare e agro industria con 3 articolazioni, a cui si
aggiungono, a livello terziario, anche i percorsi Ifts con 5 figure di
riferimento e ben 9 Its.
Insomma “il dialogo
tra questi mondi, in molte realtà del paese già esiste, ma occorre farlo
crescere, è necessario mettere a sistema le eccellenze, creare alleanze
virtuose sul territorio, e aprirsi ad una prospettiva internazionale” come ha spiegato il sottosegretario Elena Ugolini nel suo intervento in esclusiva per il n. 22 della Tecnica della Scuola nel quale pubblichiamo un ampio approfondimento.
Il Miur ha messo on line tutti i materiali della conferenza dei servizi del 13-6-2012:
La Tecnica della Scuola