Premesse
e considerazioni
Il
tema del reclutamento
dei docenti
nell’ultimo trentennio è stato affrontato dai diversi governi con
proposizione di soluzioni normative stratificatesi nel tempo fino a
rendere la strada per l’accesso al ruolo un percorso ad ostacoli
per la carriera del docente precario.
Oltre
trent'anni di scelte spesso in contraddizione pagate da decine di
migliaia di insegnanti con la costrizione a permanere in una
situazione di precariato
a tempo,
questa si, indeterminato in attesa di essere assunti in ruolo da
graduatorie
interminabili.
Il
sospetto è che ad una certa politica sia servito mantenere un
costante livello di confusione e di approssimazione per conservare
una quota di precariato
strutturale strumentalmente debole e ricattabile, con diritti
parziali rispetto al personale di ruolo, magari da utilizzare per
indebolire i diritti e lo status del personale a tempo indeterminato.
E'
per tali considerazioni che il M5S ha deciso di istituire un tavolo
di confronto in materia di reclutamento e abilitazione in ambito
scolastico al fine di pervenire a una proposta concreta - il più
possibile condivisa - per la necessità evidente di porre fine a uno
stato d'incertezza e confusione sul reclutamento.
Il
tavolo del M5S sul reclutamento intende far sedere intorno a un
tavolo i diversi soggetti interessati, vittime di un sistema politico
che li ha posti "l'un contro l'altro armati", per offrir
loro la possibilità di confrontarsi serenamente, in un clima di
cooperazione, per elaborare una proposta da sottoporre all'attenzione
del Miur, Governo e Parlamento, per arginare e mettere ordine al caos
creato da anni di mala politica.
Nessuna
soluzione prospettabile sarà in grado di garantire a tutti gli
aspiranti insegnanti inseriti o meno nelle graduatorie di ottenere la
cattedra nella scuola statale. Ma è anche necessario finire di
alimentare illusioni e speranze. Non si può più giocare e speculare
sul precariato con promesse impossibili, soprattutto in una fase così
delicata della crisi economica in cui stiamo vivendo.
Un'iniziativa
nuova e mai sperimentata prima d'ora: quella di rendere protagonisti
della riforma i soggetti stessi interessati per farne degli
interpreti attivi, moderando le diverse posizioni, prendendo atto
delle molteplici istanze avanzate, rendendosi garante di promuovere
all'interno del Parlamento le proposte che emergeranno da tale tavolo
di confronto, dando pieno significato all'appellativo di "Portavoce
dei cittadini"!
Un
po’ di storia
del reclutamento:
Sintesi normativa degli ultimi 40 anni in tema di reclutamento
In
tema di reclutamento per parlare del moderno precariato nella scuola
si potrebbe partire dal 1989
quando ci fu l’introduzione del "doppio canale",
prima, e delle "graduatorie
permanenti", poi,
passando per quelle "a
esaurimento" .
Ma
si potrebbe iniziare il racconto anche da prima: dagli anni Sessanta
e Settanta del secolo scorso, quando la scolarizzazione in Italia si
impennò e in appena un decennio - dal 1962 al 1972 - gli alunni
passarono da 8 a 11 milioni, mandando in tilt l'intero sistema
scolastico nazionale. Le prime leggi ad hoc sul precariato della
scuola arrivano infatti nel 1971
e nel 1973, quando vennero indetti i primi
corsi speciali per rilasciare l'abilitazione
all'insegnamento a coloro che avevano lavorato soltanto col titolo di
studio: laurea o diploma.
Sanatorie
in poco tempo. Prima
di allora la certificazione - l'abilitazione - per insegnare si
otteneva soltanto attraverso l'idoneità ad un pubblico concorso,
perché così stabilisce la
Costituzione.
Ma in quegli anni di tumultuoso incremento della popolazione
scolastica bastava presentarsi a scuola e chiedere al preside di
insegnare. Spesso, per essere assunti bastava essere in possesso
della laurea o di un diploma tecnico e, se c'era posto, il gioco era
fatto. La penuria di docenti era tale che la scuola reclutava quasi
tutti. Si cominciava una carriera da precario destinata poi ad essere
sanata da una serie di interventi legislativi successivi.
"Per
soli titoli".
Nel 1973, venne infatti
sancito il diritto ad essere immessi in ruolo, oltre che attraverso
il concorso
per esami e titoli,
anche attraverso una graduatoria ad esaurimento: il concorso
per soli titoli.
Il precariato, in quegli anni, toccò la quota del 50 del per cento -
circa 217mila insegnanti - dell'intero personale docente e occorreva
tamponare una eccessiva instabilità del sistema. Per iscriversi
nelle neonate graduatorie ad “esaurimento”, bastava essere in
possesso dell'abilitazione
all'insegnamento e una determinata anzianità
di servizio: due o tre anni
di supplenza.
Con
la legge del 73 furono immesse in
ruolo negli
anni successivi 200.000
insegnanti e
il tasso di precariato passò dal 52% al 28%.
Nonostante diversi corsi di abilitazione riservati e le numerose
immissioni in ruolo, il fenomeno del precariato non si ridusse
continuando a crescere in un’epoca che era ancora di grande
espansione scolastica.
Successivamente,
con la legge
270/82 (Ministro Falcucci)
si istituiva una graduatoria
ad esaurimento per gli incaricati annuali
e una sessione
riservata di abilitazione
preceduta da corsi di preparazione. Comunque tra il 1982 e il 1984
circa 150.000 persone beneficiarono gradualmente dell’immissione in
ruolo. Nel frattempo venivano riattivati anche i concorsi
ordinari
che si svolsero tra il 1983 e il 1985, a quasi 15 anni dai
precedenti, che si erano conclusi nel 1969. Era la prima legge che
tentava di dare risposte al caos del precariato creatosi negli anni
settanta e per uscire dall'esperienza dei corsi abilitanti degli anni
precedenti gestiti in maniera molto discutibile. La Falcucci aveva
immaginato ottimisticamente che tale sistema avrebbe eliminato il
precariato nel giro di pochi anni, ma nel frattempo, la massa di
insegnanti precari aumentava con lo stesso ritmo dell'incremento
degli alunni.
Con la legge
417 del 1989 il famoso o famigerato "doppio
canale"
di reclutamento
viene di fatto istituzionalizzato: la
metà dei posti a disposizione per le immissioni in ruolo al
"concorso per titoli ed esami",
l'altra
al concorso "per soli titoli".
La legge, in realtà, legalizzava il fatto che l'accesso ai ruoli dei
docenti avveniva da decenni senza concorso: grazie ai "corsi
abilitanti",
giustificati per un verso con l'enorme dilatazione del "bisogno
di insegnanti", per un altro con il fatto che i concorsi non
venivano banditi con il ritmo e i tempi necessari. Il marchingegno
della 417 consisteva appunto nel chiamare "concorso" anche
l'accesso ai ruoli per il 50% dei posti, garantito dall'inserimento
nel secondo canale. Questo, a differenza del "vero concorso"
per di più era permanente: dalla graduatoria si entrava in ruolo per
scorrimento, e la posizione in essa era sostanzialmente determinata
dall'anzianità
di servizio.
La conseguenza più perversa era che, non bandendosi nei tempi
previsti i concorsi ordinari, per un verso l'unico accesso ai ruoli
era ovviamente determinata dal "concorso
permanente"
rappresentato dal secondo canale, col vantaggio non trascurabile per
gli iscritti, oltre che di non confrontarsi con altri aspiranti in
una libera competizione, di occupare i posti più interessanti; per
un altro il riformarsi di una massa di precari non abilitati, ed in
quanto tali esclusi dall'iscrizione al secondo canale stesso. L'unica
via per l'abilitazione era infatti la partecipazione ad un concorso
"per titoli ed esami". Nonostante, infatti, che la 417
prescrivesse il bando di concorsi "ordinari" con cadenza
triennale, per quasi dieci anni non ce ne fu traccia, a seguito di
innumerevoli proroghe succedutesi nelle varie leggi finanziarie.
Il sistema è stato
profondamente modificato dieci anni dopo, con la L.124
del 1999
e in connessione con il bando dei concorsi "per titoli ed
esami", detti "ordinari".
Ritenendosi ormai inutile il
mantenimento della parola "concorso", evidentemente perché
ormai "ben digerito" il principio dell'accesso ai ruoli
senza averli conseguiti con esso, il secondo canale 2 venne
trasformato in semplice "graduatoria permanente" per
l'accesso al 50% dei posti disponibili per l'immissione in ruolo.
Con la
legge 124 del 1999 (che modifica alcuni artt. del dl 297 del 1994),
dunque, si afferma che "l'accesso
ai ruoli del personale docente della scuola mat., elem., secondaria
ha luogo per il 50% dei posti a tal fine annualmente assegnabili,
mediante concorsi per titoli ed esami e per il restante 50%,
attingendo alle graduatorie permanenti di cui all'art. 401"
; inoltre, cosa fondamentale, la
legge 306 del 2000
afferma che
"l'esame di stato che si sostiene al termine del corso svolto
dalle scuole di specializzazione ha valore concorsuale".
Con la legge
12/99
voluta dal ministro Berlinguer,
tentando di dare l’ennesima svolta, si introdusse dunque la
distinzione tra percorsi
di abilitazione
(lauree magistrali abilitanti, SSIS)
e reclutamento
mantenendo inalterata l'architettura del doppio canale. Concretamente
si
toglieva al concorso la possibilità di riconoscere l'abilitazione
all'insegnamento,
affidandola ad un separato canale universitario e ciò in
ottemperanza
alla direttiva europea
che aveva previsto una formazione universitaria ulteriore per i
docenti fin dal 1990. Come ben noto però dal 1999 al 2012 non furono
indetti concorsi a cattedra, come invece previsto dalla legge,
creando una situazione di caos nelle graduatorie
che da permanenti
con aggiornamenti biennali, sono state nel frattempo trasformate col
Ministro
Fioroni,
ad
esaurimento.
Il ministro
Gelmini
ha successivamente eliminato
le SSIS
con la promessa di introdurre in tempi brevi nuovi percorsi di
abilitazione con i TFA,
giunti invece con enorme ritardo creando nel contempo una ulteriore
massa di laureati privi di abilitazione che operavano come supplenti
nelle scuole.
Gli
ultimi avvenimenti in tempi recenti: il concorso
dopo 13 anni, i TFA
e i PAS
Nel
frattempo, si insedia il governo
Monti e
con esso il Ministro
Profumo
che affronta il problema del reclutamento reintroducendo dopo ben
dodici anni la procedura del concorso a cattedra. Tutto questo mentre
si procedeva nel caos alla fase di avvio dei Tfa,
ai progetti di riordino
delle classi di concorso, all'estinzione del CNPI. Con
Profumo il concorso, viene presentato, come metodo prioritario di
reclutamento, senza affrontare il problema dei problemi: quello del
precariato storico, di chi è già in possesso di una o più
abilitazioni, di chi ha superato a sue spese le SSIS, di chi da anni,
anche senza abilitazione, ha insegnato nella scuola statale, di chi
si trova costretto, sempre a proprie spese a frequentare i TFA senza
nessuna certezza di acquisire il ruolo.
Il
Tirocinio
Formativo Attivo,
istituito dal ministro
Gelmini col DM 249/10,
avrebbe dovuto costituire il percorso abilitante con cadenza annuale
che andava a sostituire le SSIS. L’unica via possibile per accedere
all’insegnamento, con posti
calcolati sul fabbisogno regionale
per ogni classe
di concorso:
così viene presentato il TFA. Due successive prove, una scritta e
una orale, proposte dalle singole università, scremano ulteriormente
la platea finché ad essere ammessi al primo ciclo TFA sono circa
11000. Stante la chiusura delle graduatorie ad esaurimento (GAE)
stabilita dal ministro Fioroni nel 2007, l’acquisizione del titolo
TFA non garantiva il reclutamento a tempo indeterminato, bensì
l’iscrizione
in seconda fascia delle graduatorie d’istituto (GI).
Mentre ancora si stanno chiudendo le selezioni per il TFA, il
ministro Profumo indice dopo 13 anni il concorso
a cattedra
per i già abilitati (unica eccezione i laureati prima del 2002).
Durante
lo svolgimento dei corsi TFA, il ministro Profumo emana anche il
decreto sul TFA
speciale,
poi PAS
(Percorsi
abilitanti speciali):
corsi per ottenere l’abilitazione
senza selezione all’ingresso, riservati a coloro che avevano almeno
tre anni di anzianità.
Vale il servizio nelle paritarie e l’arco temporale in cui possono
essere maturati i tre anni viene esteso dal 1999 al 2013, periodo in
cui tra SSIS e TFA le opportunità di abilitarsi con un regolare
percorso selettivo non sarebbero certo mancate.
Questo,
in sintesi, il quadro in oltre trent’anni dei diversi approcci
fallimentari con cui si è affrontato il problema del precariato
scolastico. Il Parlamento e il Governo sono quindi chiamati a
definire un quadro legislativo sul tema del reclutamento dei docenti
che superi la situazione attuale e dia finalmente certezza nei tempi
lunghi ai percorsi di abilitazione e assunzione a tempi indeterminato
dei docenti nella scuola pubblica.
I
numeri del precariato
Nonostante i tentativi
normativi degli ultimi trent’anni, l'esercito di precari della
scuola sembra ben lontano dall’esaurirsi: gli ultimi dati
nazionali, indicano che all'inizio
di quest’anno scolastico sono stati sottoscritti 118.468
contratti a tempo determinato
a docenti supplenti di cui 106.380
al termine delle attività didattica (30 giugno)
e 12.088
per supplenze annuali (31 agosto).
Sommando
il personale ATA sono in tutto 136.896
precari,
un numero altissimo, che sovrasta quello di qualsiasi altro comparto
lavorativo, dove rappresentano ben oltre
la metà dei circa 250 mila complessivi del pubblico impiego.
Nella scuola, inoltre, sono in sensibile crescita: lo
scorso anno gli incarichi assegnati in tutte le scuole furono poco
più di 126 mila. Senza
contare che si tratta di numeri in “difetto”:
non contemplano, infatti, le decine di migliaia di contratti
stipulati per le supplenze brevi per maternità o malattie o congedi.
I dati dimostrano che la
situazione del precariato nella scuola italiana è tutt’altro che
indirizzato verso una soluzione. Nonostante in
sei anni siano stati tagliati 200 mila posti
- tanti erano stati i dipendenti in più chiamati a votare in
occasione delle elezioni Rsu del 2006 rispetto a quelli del 2012 - ,
continua infatti a rimanere altissima la percentuale di precari:
118 mila insegnanti e 18 mila tra amministrativi, tecnici ed
ausiliari.
Inoltre, nei prossimi anni
la situazione è destinata a rimanere tale. E ciò nonostante le
previste
e non ancora concretizzate immissioni
in ruolo
pari a 69.000
docenti curricolari e circa 27.000 docenti di sostegno
che lo ricordiamo sono a
costo zero
previste dal decreto Istruzione nel prossimo triennio,
sempre se confermate di anno in anno dal Mef: siccome i pensionamenti
previsti nello stesso arco di tempo corrispondono ad un numero
analogo (circa 20 mila l’anno),
tutto questo significa che le
assunzioni serviranno a coprire a stento il turn over.
Lasciando immutato il numero di precari.
Rimangono infine al palo
tutti i 30mila
insegnanti precari che lo Stato ha provveduto a selezionare, formare
e abilitare, tramite concorso
a cattedra
o attraverso i
Tfa ordinari
e i quasi 66.000
docenti
non abilitati che stanno per iniziare i PAS:
non saranno accolti nelle stesse graduatorie dove invece si trovano
oggi i loro colleghi precari, allo stesso modo vincitori di procedure
concorsuali o formati tramite analoghi percorsi universitari.
Di seguito i docenti precari
iscritti nelle graduatorie ad esaurimento al 2013, quelli abilitati
con TFA e i dicenti che hanno presentato domanda per la
partecipazione ai percorsi di abilitazione speciali (PAS):
Iscritti
in Gae
2013 |
183.000
|
Abilitati
con TFA |
11.000
|
Docenti
che hanno presentato domande per PAS |
65.973
|
Esiti del concorso 2012
Posti
messi a bando |
11542
|
Vincitori
al 30 settembre |
8303
|
presenti
in Gae |
5733
|
seconda
fascia GI
(abilitati non presenti in Gae) |
66
|
Terza
fascia GI
(non abilitati) |
1290
|
Non
presenti in Gae e GI |
1214
|
Di
cui immessi in ruolo
|
3255
|
Di seguito la ripartizione delle immissioni in ruolo del contingente 2012-13
contingente
immissioni
2012-13 |
11138
|
di
cui da concorso
del 99
(per le CDC non bandite)
|
4089
|
di
cui da concorso
del 2012
(per le GM pubblicate) |
3255
|
di
cui da Gae |
3367
|
immesso
in ruolo al 31 agosto 2013 |
10711
|
Di seguito gli organici (posti comuni e di sostegno)dei docenti nell’anno 2013/14
Regione |
Infanzia |
Primaria |
I
grado |
Il
grado |
Totale |
Piemonte |
6.603
|
17.539
|
11.558
|
15.318
|
51.018
|
Lombardia |
10.574
|
40.622
|
25.031
|
29.496
|
105.723
|
Veneto |
4.400
|
19.705
|
13.346
|
17.199
|
54.650
|
Friuli |
1.715
|
4.701
|
3.049
|
4.350
|
13.815
|
Liguria |
1.896
|
5.493
|
3.691
|
5.146
|
16.226
|
Emilia
Romagna |
4.861
|
17.073
|
10.083
|
15.397
|
47.414
|
Toscana |
5.827
|
13.772
|
8.687
|
13.769
|
42.055
|
Umbria |
1.663
|
3.547
|
2.350
|
3.550
|
11.110
|
Marche |
3.073
|
5.956
|
3.955
|
6.631
|
19.615
|
Lazio |
7.924
|
24.262
|
15.776
|
21.905
|
69.867
|
Abruzzo |
2.749
|
5.073
|
3.823
|
5.536
|
17.181
|
Molise |
646
|
1.305
|
936
|
1.519
|
4.406
|
Campania |
12.968
|
24.956
|
21.347
|
28.297
|
87.568
|
Puglia |
7.896
|
15.977
|
12.439
|
19.677
|
55.989
|
Basilicata |
1.224
|
2.520
|
1.938
|
2.906
|
8.588
|
Calabria |
4.305
|
9.190
|
7.062
|
9.900
|
30.457
|
Sicilia |
9.622
|
21.347
|
17.794
|
21.983
|
70.746
|
Sardegna |
2.943
|
6.514
|
5.051
|
7.389
|
21.897
|
Italia |
90.889
|
239.552
|
167.916
|
229.968
|
728.325
|
Di seguito i posti sul
sostegno
ripartiti per regione e per grado nell’anno scolastico 2013/14
Regione |
Infanzia |
Primaria |
I
grado |
Il
grado |
Totale |
Piemonte |
585
|
2.364
|
1.981
|
1.780
|
6.710
|
Lombardia |
1.050
|
6.016
|
4.124
|
1.939
|
13.129
|
Veneto |
493
|
2.927
|
2.224
|
1.468
|
7.112
|
Friuli |
141
|
452
|
377
|
265
|
1.235
|
Liguria |
175
|
917
|
664
|
562
|
2.318
|
Emilia
Romagna |
443
|
2.446
|
1.637
|
1.777
|
6.303
|
Toscana |
450
|
1.638
|
1.225
|
1.147
|
4.460
|
Umbria |
118
|
537
|
380
|
375
|
1.410
|
Marche |
299
|
959
|
681
|
840
|
2.779
|
Lazio |
1.225
|
5.226
|
3.273
|
2.812
|
12.536
|
Abruzzo |
276
|
870
|
719
|
696
|
2.561
|
Molise |
87
|
262
|
184
|
240
|
773
|
Campania |
1.191
|
4.820
|
4.123
|
3.459
|
13.593
|
Puglia |
801
|
2.794
|
2.212
|
2.700
|
8.507
|
Basilicata |
86
|
330
|
268
|
330
|
1.014
|
Calabria |
356
|
1.553
|
1.002
|
1.068
|
3.979
|
Sicilia |
983
|
3.925
|
3.167
|
1.982
|
10.057
|
Sardegna |
297
|
998
|
824
|
796
|
2.915
|
Italia |
9.056
|
39.034
|
29.065
|
24.236
|
101.391
|
Di
seguito è riportata la tabella dei dati
Miur dal sistema SIDI relativi all’anno
scolastico 2013-14 (dati del 5-11-2013)
con
la distinzione per grado scolastico degli incarichi
a tempo determinato
ed un raffronto
con l’anno scolastico precedente.
|
Anno
scolastico 2013/14
|
|
||||||||||||||||
|
|
|
|
|
||||||||||||||
|
Normale
|
Sostegno
|
Supplenti
annuali
|
Normale
|
Sostegno
|
Suppl.
al termine a.d.
|
Normale
|
Sostegno
|
Totale
supplenti
|
|||||||||
Scuola
dell'infanzia |
1.165
|
283
|
1.448
|
2.743
|
4.815
|
7.558
|
3.908
|
5.098
|
9.006
|
|||||||||
Scuola
Primaria |
2.216
|
526
|
2.742
|
10.023
|
17.175
|
27.196
|
12.239
|
17.701
|
29.940
|
|||||||||
Scuola
secondaria di I grado |
4.019
|
427
|
4.446
|
18.614
|
11.949
|
30.563
|
22.633
|
12.376
|
35.009
|
|||||||||
Scuola
secondaria di II grado |
3.215
|
237
|
3.452
|
28.182
|
12.879
|
41.061
|
31.397
|
13.116
|
44.513
|
|||||||||
Totale
docenti |
10.615
|
1.473
|
12.088
|
59.562
|
46.818
|
106.380
|
70.177
|
48.291
|
118468
|
|||||||||
|
Annuali
|
Fino
al termine delle attività
|
Totale
supplenti
|
|
|
|
|
|
||||||||||
ATA |
3.173
|
15.255
|
18.428
|
|
|
|
|
|
||||||||||
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|||||||||
Totale
Docenti e ATA |
|
15.261
|
|
|
121.635
|
|
|
136.896
|
|
|||||||||
|
Anno
scolastico 2012/3
|
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||||||||||||||||
|
|
|
|
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||||||||||||||
|
Normale
|
Sostegno
|
Supplenti
annuali
|
Normale
|
Sostegno
|
Normale
|
Sostegno
|
Totale
supplenti
|
||||||||||
Scuola
dell'infanzia |
608
|
95
|
703
|
2.893
|
4.036
|
6.929
|
3.501
|
4.131
|
7.632
|
|||||||||
Scuola
Primaria |
1.690
|
260
|
1.950
|
10.404
|
14.340
|
24.744
|
12.094
|
14.600
|
26.694
|
|||||||||
Scuola
secondaria di I grado |
3.883
|
291
|
4.174
|
18.678
|
9.829
|
28.507
|
22.561
|
10.120
|
32.681
|
|||||||||
Scuola
secondaria di II grado |
2.518
|
120
|
2.638
|
27.565
|
10.665
|
38.230
|
30.083
|
10.785
|
40.868
|
|||||||||
Totale
docenti |
8.699
|
766
|
9.465
|
59.540
|
38.870
|
98.410
|
68.239
|
39.636
|
107.875
|
|||||||||
|
|
|
Annuali
|
Fino
al termine delle attività
|
|
|
|
|
Totale
supplenti
|
|||||||||
ATA |
|
5.172
|
|
|
13.260
|
|
|
|
18.432
|
|||||||||
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
||||||||
Totale
Docenti e ATA |
|
14.637
|
|
|
111.670
|
|
|
|
126.307
|