Finalmente, dopo tanta attesa, per
diverse decine di migliaia di docenti e Ata della scuola è giunto il
momento dell’accredito degli arretrati maturati nel 2011 a seguito dello
“scatto” degli aumenti automatici sinora non riconosciuto. L’accordo
raggiunto tra Cisl, Uil, Snals, Gilda e amministrazione ha infatti
permesso (pur sacrificando risorse interne non certo trascurabili, tra
cui un quarto dei fondi destinati al Mof), lo sblocco di una situazione
che si trascinava da troppo tempo.
Per Francesco Scrima, leader della
Cisl Scuola, è la dimostrazione che “gli accordi pagano”. Dopo aver
ricordato che “con la busta paga di maggio si avrà poi la
regolarizzazione di tutte le posizioni stipendiali (per molti ci sarà un
aumento di retribuzione, per tutti si accorcerà di un anno l’attesa del
passaggio allo scatto successivo)”, Scrima ha colto l’occasione per
togliersi qualche sassolino dalle scarpe. Tornando a mandare frecciatine
a quella Flc-Cgil con cui da alcuni anni non si trova più in sintonia.
“Rispettiamo la decisione di chi ha
fatto scelte diverse, ma – dice il sindacalista – chi non ha firmato
quell’accordo non può oggi esprimere soddisfazione perché si ridanno gli
scatti e contemporaneamente contestare l’intesa che li ha resi
esigibili. Non c’è alcuna logica in dichiarazioni di questo tenore, che
mascherano a fatica il disagio per l’inconcludenza di comportamenti più
ideologici e politici che sindacali”.
Scrima non nasconde l’importanza di
riallacciare un dialogo con le istituzioni che governano il Paese.
“L’obiettivo di una piena valorizzazione, anche economica, del lavoro
nella scuola resta per noi al primo posto nel confronto che vogliamo
aprire da subito col nuovo Governo, se andrà in porto positivamente il
tentativo di formarlo. Per noi è importante arrivarci avendo nel
frattempo portato a soluzione qualche problema, senza limitarci soltanto
a denunciarne l’esistenza”.
In attesa della replica della
Flc-Cgil, che visti i precedenti non tarderà ad arrivare, a rispondere
indirettamente a Scrima è stato il presidente dell’Anief Marcello
Pacifico. Il quale non ha mancato di ricordare che il pagamento degli
scatti è stato “ottenuto nel 2010 e 2011, rivendicato dai sindacati
rappresentativi (eccetto FLC)”, solo “grazie al taglio di 50.000 posti
di lavoro e del 25% delle risorse del MOF”. E il futuro non promette
nulla di buono, visto che “nel nuovo contratto, per un dipendente su
quattro, gli scatti scompariranno in favore del merito – performance
individuale, a parità di nuovi risparmi”. Per il rappresentante
dell’Anief “quando sarà sbloccato (il blocco permane per il 2012-2013)
la filosofia rimarrà”, infatti, “quella definita nell’atto di indirizzo
all’ARAN a seguito dell’intesa confederale firmata sempre da alcune
organizzazioni sindacali il 4 febbraio 2011: soldi in cambio di
risparmi, ma non più per tutti i dipendenti ma per fasce, ovvero
soltanto al 75% di essi (con un’ulteriore differenziazione tra il 25% e
il 50% di essi), e non più come criterio di merito in base all’anzianità
di servizio ma alla misurazione della performance individuale
all’interno dell’unità aziendale virtuosa che ha raggiunto i livelli di
prestazione di efficienza e di efficacia o ancora di produttività
previsti a livello nazionale”.
Pacifico sostiene, inoltre, che
malgrado “il riconoscimento degli scatti, a carissimo prezzo, per il
2010 e 2011”, il personale della scuola “continua a essere vessato
perché non è ritornato all’anzianità retributiva prevista nel cedolino
del 2010, se neo-assunto o pensionato ha avuto la ricostruzione di
carriera e lo stipendio bloccato con perdita di ulteriori benefici
economici”. L’Anief, quindi, si muoverà come gli riesce meglio:
invitando il personale danneggiato a diffidare Mef e Miur “per ottenere
quanto spettante”.
Tecnica della Scuola