Niente Tfa speciali, almeno per il
2014. Sì, invece, alle nuove classi di concorso, malgrado la ferma
opposizione delle organizzazioni sindacali. Sono queste le notizie che
giungono da viale Trastevere, al termine di un duro confronto tra
l’amministrazione e i sindacati della scuola. Che le distanze fossero
lontane si sapeva. Ma non così come è emerso.
Come mai si è arrivati a queste
conclusioni? Facciamo un passo indietro. Sui tirocini abilitanti da
aprire al personale con un periodo di servizio alle spalle, il Miur
aveva preparato da tempo un regolamento che introduceva un’inedita
richiesta di almeno tre supplenze annuali. Mentre i sindacati chiedevano
di mantenere la tradizionale soglia dei 360 giorni. Un’ipotesi,
quest’ultima che nelle ultime ore si stava facendo sempre più largo,
a seguito dei rilievi mossi dagli organi istituzionali che hanno
esaminato le modifiche al D.M. 249/10. Invece durante l’incontro fiume
svolto al Ministero, terminato pochi minuti fa, è arrivata la doccia
fredda. Sarebbe troppo complicato e rischioso, almeno in questo momento
di passaggio politico, fare attivare questi corsi, con diverse decine di
migliaia di supplenti ammessi d’ufficio e senza prove. Così, niente Tfa
speciali. Almeno per tutto il 2013. Se ne riparlerà tra un anno.
Il Miur ha invece una fretta
terribile di approvare le nuove classi di concorso. Sempre da
indiscrezioni, sembra che il dimezzamento delle classi di concorso (da
122 a meno di 60) rimanga confermato. Come rimane confermata la nuova
procedura: è stata infatti abbandonata del tutto la pista del nuovo
regolamento, che in oltre tre anni ha portato al nulla di fatto; per
puntare tutto, invece, sul decreto d’urgenza.
Un’operazione che, sempre secondo i
piani ministeriali, porterebbe ad approvare le rinnovate classi di
concorso già entro la fine di questo mese. Al massimo entro la prima
decade di febbraio Appena in tempo, insomma, per anticipare il blocco
derivante dall’avvio delle operazioni di rinnovo della legislatura.
Alle obiezioni dei sindacati, che
temono uno stravolgimento unilaterale dell’assetto degli organici e
della mobilità - a cui sono interessati centinaia di migliaia di
docenti, tra quelli di ruolo e i precari – , i vertici
dell’amministrazione hanno spiegato che si tratta di un punto su cui il
ministro Profumo tiene tantissimo. E che intende portare a termine prima
che lasci viale Trastevere.
A tal fine, il responsabile del Miur è
stato rassicurato degli esperti che operano per il dicastero
dell’Istruzione: la procedura d’urgenza, tramite decreto ministeriale,
non comporterebbe alcuno “strappo” alle norme. Ma sarebbe anche
prevista, per chi si intende di diritto, da un attento esame degli
articoli del Testo Unico, il decreto legislativo 297/94, che regolano
ancora il reclutamento dei docenti in Italia.
A proposito dei contenuti delle
allargate classi di concorso, il Miur non ha ancora consegnato una bozza
definitiva. E sino a quando la situazione rimarrà tale, la nostra
testata giornalistica non intende pubblicare quelle provvisorie che
circolano in questi giorni: ciò genererebbe tra i lettori confusione e
timori, spesso infondati.
In ogni caso, comunque vada, una cosa
è certa: l’adozione delle nuove classi di concorso non riguarderà
l’anno scolastico prossimo (per il quale verranno quindi probabilmente
confermate le cosiddette tabelle di confluenza). Del resto non ci sono
nemmeno i tempi, visto che tra qualche giorno è prevista la
pubblicazione del contratto sulla mobilità. Ma entrerebbero in vigore
solo dal 2014/15.
Intanto, sindacati e amministrazione
si sono dati appuntamento a breve: torneranno a vedersi tra
quarantottore, mercoledì 16 gennaio. In quell’occasione i rappresentanti
dei lavoratori tenteranno di far comprendere al Miur che l’introduzione
delle nuove discipline comporterebbe seri problemi (e pasticci!) nella
complessa gestione di organici, trasferimenti e supplenze. Un equilibrio
che si regge su meccanismi delicati. Toccando i quali si rischia di
creare pericolosi effetti. Ma le intenzioni degli alti dirigenti di
viale Trastevere sono chiare: allargando le classi di concorso al
massimo, si aumenterebbe le possibilità di collocare diverse migliaia di
soprannumerari. E di risparmiare tanti soldi, poiché quelle cattedre
non andrebbero ai supplenti ma a personale già pagato.
I sindacati lo sanno bene. Sanno che,
come al solito, da diversi anni, la precedenza viene data ai risparmi.
Ora, però, si vogliono giocare l'ultima carta: dopodomani chiederanno,
se il Ministro dovesse continuare a puntare i piedi, di utilizzare i
nuovi raggruppamenti di materie solo per la gestione dei concorsi.
Tecnica della Scuola