lunedì 28 gennaio 2013

Campagna elettorale: di scuola se ne parla poco




Quella che è ormai in pieno corso è una campagna elettorale dominata dai problemi dell’economia: la tenuta dei conti pubblici, lo spread, l’IMU. E poi, in stretta relazione con queste tematiche, il lavoro, la disoccupazione soprattutto giovanile (ma che dire dei cinquantenni che perdono il lavoro perché la loro azienda chiude?), l’aumento dei ‘neet’, giovani che il lavoro neanche lo cercano. E poi l’ulteriore calo della produttività. E così via.

Nel dibattito in corso scarso spazio viene riservato ai problemi educativi: poco a quelli dell’università e della ricerca, quasi nessuno a quelli della scuola, a dispetto delle dichiarazioni di principio sulla loro rilevanza prioritaria.
In realtà all’interno dei programmi-proclami dei partiti la formazione scolastica, universitaria e professionale (Education) non sta in prima linea, a differenza di quanto avvenuto in altre occasioni (per esempio nel 1996 nel programma dell’Ulivo di Prodi o nel 2001 in quello del centro-destra di Berlusconi, con il lancio delle ‘3 i’).
Per limitarci ai due maggiori contendenti, il Pdl e il Pd, si nota che nel primo caso le proposte di politica scolastica non sono contenute in un capitolo autonomo, ma rientrano in un paragrafo del capitolo ‘welfare’, mentre nel caso del Pd prima della voce ‘Sapere’, che riguarda scuola università e ricerca, vengono le voci Europa, Democrazia, Lavoro, Uguaglianza, Libertà; dopo vengono Sviluppo sostenibile, Diritti, Beni comuni, Responsabilità.

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