Il 'No Monti Day' non ha deluso le
aspettative: decine di migliaia di manifestanti hanno sfilato per le vie
di Roma per esprimere il proprio dissenso contro la politica di un
Governo che, secondo l’ampio comitato promotore, sta producendo norme
“antipopolari, freddamente elaborate nelle stanze di palazzo Chigi” ed
un vero e proprio “massacro sociale".
In 150mila secondo l'esecutivo
nazionale USB, in 20mila secondo altre fonti, si sono incamminati verso
piazza San Giovanni. In testa al corteo l’annunciato striscione “Con
l’Europa che si ribella cacciamo il Governo Monti”. Slogan e scritte
contro l’esecutivo sono state ben presto estromesse da episodi di
cronaca e momenti di tensione.
La parte più “calda” dei manifestanti
ha lanciato uova contro le sedi di alcune banche, ha scritto su muri e
vetrine "No allo spread" e "Casa e reddito". Su un negozio nei pressi di
via Cavour è comparsa la macabra frase "Monti e Fornero al cimitero".
A tratti la tensione è diventata palpabile, come quando - nella zona di viale Castrense - dal corteo sono partiti diversi petardi verso un cordone di agenti delle forze dell'ordine schierati nei pressi di via La Spezia. O quando un cassonetto ha preso fuoco in via dello Statuto.
A tratti la tensione è diventata palpabile, come quando - nella zona di viale Castrense - dal corteo sono partiti diversi petardi verso un cordone di agenti delle forze dell'ordine schierati nei pressi di via La Spezia. O quando un cassonetto ha preso fuoco in via dello Statuto.
Come annunciato da questa testata giornalistica,
alla manifestazione romana hanno partecipato anche migliaia di studenti
di scuole e università: i ragazzi sono partiti da piazzale Aldo Moro
all’ora di pranzo per congiungersi con gli insegnanti precari in
mobilitazione contro l'aumento dell'orario lavorativo e contro il 'ddl
Aprea' in piazza della Repubblica. Da dove è partito il corteo
nazionale.
Già leggendo alcuni striscioni degli studenti s’è capita l’entità del malcontento: "Piazze invase contro la troika. E' l'Europa che ce lo chiede". Molti i cartelli che facevano riferimento ai libri, al sapere ed ai "diritti negati".
Già leggendo alcuni striscioni degli studenti s’è capita l’entità del malcontento: "Piazze invase contro la troika. E' l'Europa che ce lo chiede". Molti i cartelli che facevano riferimento ai libri, al sapere ed ai "diritti negati".
A metà percorso alcune centinaia di
giovani (probabilmente sospinti da almeno una parte di “infiltrati” che
con la scuola hanno poco a che vedere) sono passate dalla parole ai
fatti: prima un cassonetto ha preso fuoco in via dello Statuto, a causa
del lancio di una bomba carta. Poi gli studenti, con scudi di cartone e
plastica, hanno superato la zona di piazza San Giovanni e hanno invaso
la tangenziale est, bloccando inaspettatamente l’importante arteria
interna alla città. Passando dalla rampa su via dello calo di San
Lorenzo, diverse centinaia di persone sono entrate sulla direttrice
stradale in direzione della stazione Tiburtina. Il tutto mentre fumogeni
e petardi scandivano le urla e le proteste.
Nel complesso, però, non vi sono
state particolari violenze e gli agenti hanno tenuto d'occhio la
manifestazione schierate a distanza, avanzando solo quando dal 'corteo
selvaggio' che aveva deviato verso la tangenziale est, invadendola, sono
partiti fumogeni e lancio di bottiglie. Immediatamente dopo anche i
manifestanti più ostinati si sono divisi e ritirati.
Fabrizio Tomaselli, dell'esecutivo nazionale Usb, ha definito la giornata "una
tappa importante da cui ripartire con forza per rimettere in moto quel
conflitto sociale e sindacale necessario a fare da argine alle politiche
del Governo e riconquistare quanto è stato rubato ai lavoratori".
La strada delle contestazioni è
comunque solo all’inizio: novembre sarà costellato da mobilitazioni e
vari scioperi di categoria. Come quelli della scuola, indetti tra il 14
ed il 24. Proprio nei giorni in cui il Parlamento sarà chiamato ad
esprimersi sulla Legge di Stabilità.
Tecnica della Scuola