Niente esame di ammissione
per il tirocinio dei professori
Il ministro Profumo: eliminato per chi insegna da tre anni
Così Profumo risponde a migliaia di giovani professori in ansia e spiega come vuole risolvere la faccenda del «buco» che si è creato da quattro anni a questa parte, cioè da quando le scuole di specializzazione sono state chiuse in attesa di un qualcosa che fino ad oggi non era mai arrivato e che adesso c'è: il tirocinio formativo attivo. Lo scorso 23 aprile è stato pubblicato il decreto: a luglio partono le prove preselettive nazionali, mentre i corsi veri e propri cominciano a fine anno. Saranno tenuti dalle facoltà universitarie e, vera novità, una grossa parte (475 ore), si svolgerà in classe e in laboratorio «perché essere preparatissimi nella propria disciplina - continua Profumo - non significa essere bravi insegnanti, abbiamo bisogno di docenti moderni, capaci di stimolare i ragazzi, di gestire le loro aspettative, anche attraverso modalità nuove, la tecnologia per esempio».
Ma il tirocinio, che sarà la strada dei giovani per ottenere la sospirata abilitazione, è solo un pezzo del puzzle scuola che il ministro vuole risolvere. Vuole farlo «con regole certe - dice ancora -, perché sono le regole ciò che le persone ci chiedono, per superare lo stop and go di questi anni che ha prodotto fasce di precariato».
E allora eccolo il progetto complessivo, il quadro d'insieme al quale da mesi il ministro e i suoi collaboratori stanno lavorando e che Profumo anticipa. «Il punto di partenza - dice - è che l'ultimo concorso per l'immissione in ruolo è stato fatto nel 1999, e per alcune classi di concorso addirittura nel '90. Noi abbiamo quindi lavorato ad un progetto per far ripartire il sistema. Il tirocinio, innanzitutto, ma poi, subito dopo, i concorsi per le cattedre. Entro l'anno bandiremo un primo concorso, abbiamo già fatto richiesta di autorizzazione per il numero di posti». Potrebbero essere dai cinquemila agli ottomila ma non è ancora possibile dare una cifra precisa. A questo concorso potranno accedere i docenti già abilitati, e i vincitori entreranno in servizio nel 2013-2014.
«Già nella prossima primavera - riprende il ministro -, faremo un altro bando, al quale potranno accedere anche i nuovi abilitati, i vincitori entreranno in servizio nel 2015-2016. La mia idea, dopo, è quella di dare una cadenza biennale ai concorsi, per regolarizzare tutto il sistema. I due momenti più importanti saranno l'abilitazione e il concorso. Due momenti certi, con cadenza regolare e sicura, che dovrebbero finalmente far cessare la confusione in cui da anni si trovano gli insegnanti precari e i giovani laureati che vorrebbero dedicarsi all'insegnamento». «L'aggiornamento del sistema porterà allo svuotamento delle graduatorie» sottolinea il ministro, con un ottimismo che i sindacati, in particolar modo la Cgil, gli contestano. Mimmo Pantaleo (Cgil scuola), pur plaudendo alla nascita dei tirocini, dice che «il punto vero è che i posti non ci sono, nè per quelli che si abilitano, nè per quelli che stanno in graduatoria da anni e neppure per i docenti precari non abilitati». Ma Profumo vede il futuro più roseo: «È vero che con il nuovo sistema pensionistico il turn over si è un po' attenuato ma non così tanto, e per i prossimi anni si creeranno nuovi posti di lavoro nella scuola».
I docenti precari potranno far affidamento, continua, anche sul «lavoro di revisione delle classi di concorso che abbiamo fatto al ministero e che è finito. Le attuali classi di concorso, troppe, saranno ridotte a 50-60. Andremo anche a controllare le graduatorie ad esaurimento dove ci sono persone iscritte da moltissimi anni». L'aspirazione del ministro è quella di creare un modello più moderno, prima ancora che di scuola, di concorso per l'accesso alla scuola. In futuro, conclude, «bisognerà avere grande attenzione al docente, a come sta in aula, alla sua attitudine all'insegnamento, gli studenti hanno bisogno di questo. La lezione come si faceva una volta non è più sufficiente».