Al Ministro dell’Istruzione dott. Francesco Profumo
Al sottosegretario dott.ssa Elena Ugolini
Al sottosegretario dott. Marco Rossi Doria
Ai membri della VII Commissione Istruzione della Camera
Ai membri della VII commissione Istruzione del Senato
Ai dirigenti del MIUR
La Pubblica Istruzione è stata più volte fortemente penalizzata dalle manovre governative con tagli di 142.000 lavoratori, previsti dall’art. 64 della legge 133 del 2008.
I tagli al personale docente e ATA, nelle scuole statali, alla fine del 2012, sono stati a dir poco drammatici, in quanto essi si sono abbattuti come una mannaia impazzita su tutti: insegnanti, personale amministrativo, assistenti tecnici e collaboratori scolastici, hanno fatto sprofondare le scuole nella più totale inefficienza.
In particolare, i tagli ai Collaboratori Scolastici in molti casi hanno messo in crisi il regolare funzionamento dell’attività didattica e non solo, rendendo difficili da eseguire tante altre attività scolastiche quotidiane, dalle pulizie all’apertura e chiusura delle scuole, dal servizio fotocopie, alla sorveglianza delle classi che rimangono scoperte nei cambi d’ora, alla sorveglianza nei corridoi e nei bagni, tutti compiti in cui i collaboratori sono fondamentali, soprattutto quando si prendono cura degli alunni nel caso in cui non si sentano bene e controllino l'ingresso dell’Istituto, le entrate e le uscite dei visitatori.
I tagli hanno influito negativamente, anche sulle attività laboratoriali, per la mancanza di assistenti tecnici, e sull’amministrazione scolastica visto il grosso numero di tagli di assistenti amministrativi.
Ma la scure dei tagli si è abbattuta maggiormente sul personale docente, con la scriteriata riduzione delle ore destinate alla didattica e alle attività di laboratorio.
Tutti i docenti, partendo dalle scuole dell’infanzia alle superiori, hanno risentito negativamente degli enormi tagli inflitti al personale della Scuola Pubblica Italiana.
Tutte le classi di concorso sono state rimaneggiate, i precari, quelli più fortunati, ovviamente, sono stati costretti ad allontanarsi di molti chilometri dalle loro abitazioni per poter continuare ad insegnare, e tanti altri precari purtroppo non hanno trovato più cattedre.
Per non parlare del personale di ruolo, obbligato a presentare domande perché soprannumerari a causa dei tagli, e a farne le spese sono sempre i lavoratori seri e onesti.
Oggi da più parti si parla di nuovi tagli nella scuola per tamponare la crisi economica che l’Italia sta affrontando. IL CONITP ritiene che la scuola NON PUO’ ESSERE ULTERIORMENTE RIDIMENSIONATA, perché è stata già fortemente penalizzata , mortificata, resa inefficiente, e spesso costretta a non essere all’altezza del ruolo che riveste. Le scelte operate a livello nazionale negli ultimi anni hanno avuto una ricaduta molto pesante sulla qualità dell’istruzione offerta ai ragazzi di ogni ordine e grado e sulla sicurezza.
Il CONITP auspica che il Governo e il Parlamento prendano atto dei gravi danni che la Scuola Italiana ha già subito a causa dei tagli già inferti, e si impegnino ad evitare qualsiasi altra forma di ridimensionamento del personale e dei fondi destinati per il funzionamento delle Istituzioni Scolastiche.
Al sottosegretario dott.ssa Elena Ugolini
Al sottosegretario dott. Marco Rossi Doria
Ai membri della VII Commissione Istruzione della Camera
Ai membri della VII commissione Istruzione del Senato
Ai dirigenti del MIUR
La Pubblica Istruzione è stata più volte fortemente penalizzata dalle manovre governative con tagli di 142.000 lavoratori, previsti dall’art. 64 della legge 133 del 2008.
I tagli al personale docente e ATA, nelle scuole statali, alla fine del 2012, sono stati a dir poco drammatici, in quanto essi si sono abbattuti come una mannaia impazzita su tutti: insegnanti, personale amministrativo, assistenti tecnici e collaboratori scolastici, hanno fatto sprofondare le scuole nella più totale inefficienza.
In particolare, i tagli ai Collaboratori Scolastici in molti casi hanno messo in crisi il regolare funzionamento dell’attività didattica e non solo, rendendo difficili da eseguire tante altre attività scolastiche quotidiane, dalle pulizie all’apertura e chiusura delle scuole, dal servizio fotocopie, alla sorveglianza delle classi che rimangono scoperte nei cambi d’ora, alla sorveglianza nei corridoi e nei bagni, tutti compiti in cui i collaboratori sono fondamentali, soprattutto quando si prendono cura degli alunni nel caso in cui non si sentano bene e controllino l'ingresso dell’Istituto, le entrate e le uscite dei visitatori.
I tagli hanno influito negativamente, anche sulle attività laboratoriali, per la mancanza di assistenti tecnici, e sull’amministrazione scolastica visto il grosso numero di tagli di assistenti amministrativi.
Ma la scure dei tagli si è abbattuta maggiormente sul personale docente, con la scriteriata riduzione delle ore destinate alla didattica e alle attività di laboratorio.
Tutti i docenti, partendo dalle scuole dell’infanzia alle superiori, hanno risentito negativamente degli enormi tagli inflitti al personale della Scuola Pubblica Italiana.
Tutte le classi di concorso sono state rimaneggiate, i precari, quelli più fortunati, ovviamente, sono stati costretti ad allontanarsi di molti chilometri dalle loro abitazioni per poter continuare ad insegnare, e tanti altri precari purtroppo non hanno trovato più cattedre.
Per non parlare del personale di ruolo, obbligato a presentare domande perché soprannumerari a causa dei tagli, e a farne le spese sono sempre i lavoratori seri e onesti.
Oggi da più parti si parla di nuovi tagli nella scuola per tamponare la crisi economica che l’Italia sta affrontando. IL CONITP ritiene che la scuola NON PUO’ ESSERE ULTERIORMENTE RIDIMENSIONATA, perché è stata già fortemente penalizzata , mortificata, resa inefficiente, e spesso costretta a non essere all’altezza del ruolo che riveste. Le scelte operate a livello nazionale negli ultimi anni hanno avuto una ricaduta molto pesante sulla qualità dell’istruzione offerta ai ragazzi di ogni ordine e grado e sulla sicurezza.
Il CONITP auspica che il Governo e il Parlamento prendano atto dei gravi danni che la Scuola Italiana ha già subito a causa dei tagli già inferti, e si impegnino ad evitare qualsiasi altra forma di ridimensionamento del personale e dei fondi destinati per il funzionamento delle Istituzioni Scolastiche.