Con la circolare n. 17 del 18 aprile il Ministero dell’Economia ha deciso di fatto che i residui attivi che le scuole vantano nei confronti del Ministero dell’Istruzione si devono intendere sostanzialmente radiati dai bilanci delle Istituzioni scolastiche.
In altre parole le scuole che hanno pagato con proprie risorse spese che avrebbero dovute essere coperte con fondi statali non avranno diritto di ricevere alcun “rimborso”.
Come dire che le scuole “virtuose” che hanno gestito bene e con oculatezza i propri bilanci saranno castigate. Saranno invece di fatto premiate proprio quelle scuole che non hanno pagato tempestivamente forniture e prestazioni professionali in quanto a queste ultime verranno accreditati i fondi necessari. In realtà la circolare si è resa necessaria per fornire indicazioni su come applicare nella scuola le norme del D.L. 35/2013 che prevede il pagamento in tempi certi delle forniture esterne. Anche il Miur è intervenuto sulla questione con una propria nota esplicativa precisando che la rilevazione non riguarda i pagamenti verso il personale. Questo significa che le scuole che devono ancora liquidare compensi al proprio personale per supplenze, commissioni d’esame e per altre attività svolte negli anni passati dovranno attendere ancora. Ma l’aspetto più grave della circolare del MEF riguarda il silenzio assoluto sulla vicenda dei residui attivi cioè su quelle somme che il Ministero aveva a suo tempo “promesso” alle istituzioni scolastiche e che non sono mai state erogate. Secondo un calcolo approssimativo i residui attivi che le scuole vantano nei confronti del Miur superano sicuramente il mezzo miliardo di euro. Si tratta per lo più di fondi relativi agli anni finanziari tra il 2006 e il 2009 che dovevano servire per pagare supplenze e compensi accessori al personale docente e Ata. All’epoca, la stragrande maggioranza delle scuole aveva sopperito utilizzando risorse proprie (risparmi derivanti da una parsimoniosa gestione dei fondi per il funzionamento amministrativo e didattico, contributi delle famiglie, contributi degli Enti Locali). Adesso a queste stesse scuole MEF e Miur e mandano un messaggio chiaro: “Se avete pagato senza che noi vi mandassimo i fondi, è perché avevate la cassa piena. Quindi non vi daremo più nulla”. La buona educazione avrebbe voluto che un messaggio del genere si chiudesse almeno con un “grazie”. Ma di questi tempi chi lavora nella scuola sa bene che questa parola è ormai scomparsa dal lessico degli uffici minsiteriali.
Come dire che le scuole “virtuose” che hanno gestito bene e con oculatezza i propri bilanci saranno castigate. Saranno invece di fatto premiate proprio quelle scuole che non hanno pagato tempestivamente forniture e prestazioni professionali in quanto a queste ultime verranno accreditati i fondi necessari. In realtà la circolare si è resa necessaria per fornire indicazioni su come applicare nella scuola le norme del D.L. 35/2013 che prevede il pagamento in tempi certi delle forniture esterne. Anche il Miur è intervenuto sulla questione con una propria nota esplicativa precisando che la rilevazione non riguarda i pagamenti verso il personale. Questo significa che le scuole che devono ancora liquidare compensi al proprio personale per supplenze, commissioni d’esame e per altre attività svolte negli anni passati dovranno attendere ancora. Ma l’aspetto più grave della circolare del MEF riguarda il silenzio assoluto sulla vicenda dei residui attivi cioè su quelle somme che il Ministero aveva a suo tempo “promesso” alle istituzioni scolastiche e che non sono mai state erogate. Secondo un calcolo approssimativo i residui attivi che le scuole vantano nei confronti del Miur superano sicuramente il mezzo miliardo di euro. Si tratta per lo più di fondi relativi agli anni finanziari tra il 2006 e il 2009 che dovevano servire per pagare supplenze e compensi accessori al personale docente e Ata. All’epoca, la stragrande maggioranza delle scuole aveva sopperito utilizzando risorse proprie (risparmi derivanti da una parsimoniosa gestione dei fondi per il funzionamento amministrativo e didattico, contributi delle famiglie, contributi degli Enti Locali). Adesso a queste stesse scuole MEF e Miur e mandano un messaggio chiaro: “Se avete pagato senza che noi vi mandassimo i fondi, è perché avevate la cassa piena. Quindi non vi daremo più nulla”. La buona educazione avrebbe voluto che un messaggio del genere si chiudesse almeno con un “grazie”. Ma di questi tempi chi lavora nella scuola sa bene che questa parola è ormai scomparsa dal lessico degli uffici minsiteriali.