Le recenti disposizioni ministeriali sui BES (Bisogni Educativi Speciali), a quanto ci risulta, stanno generando alcune difficoltà interpretative, particolarmente in materia di valutazione.
In diversi casi, a dire il vero, alcune scuole hanno risolto la questione valutativa degli alunni con difficoltà di apprendimento, decidendo, come si dice in gergo, di ‘abbassare l’asticella’: meno rigore e meno richieste di prestazione. Voilà, les jeux sont fait!
Non è così semplice, invece, per le prove esterne oggettive. In vista delle imminenti prove Invalsi per la rilevazione degli apprendimenti ci risulta che alcuni Uffici scolastici regionali, tra cui quello del Veneto, hanno chiesto se gli alunni stranieri (inclusi, secondo il Miur tra gli alunni Bes) hanno diritto di avvalersi, come per gli alunni disabili o con DSA certificati, di maggior tempo per rispondere ai test.
Non sfugge che, dietro agli alunni Bes con difficoltà linguistiche, si potrebbero configurare altre tipologie di alunni con varie cause di difficoltà di apprendimento.
Questo vale non solo per la rilevazione degli apprendimenti previsti a maggio, ma probabilmente si configurerà anche a giugno con la prova nazionale per l’esame di licenza al termine del primo ciclo.
Un questione complessa quella della valutazione degli alunni con Bes che necessita di un ulteriore e articolato intervento amministrativo di natura regolamentare.
Serve un’integrazione del Regolamento sulla valutazione (dpr 122/2009), per il quale sono pendenti altre modifiche necessarie (esempio, quelle relative ai DSA). Ma l’integrazione del Dpr richiede almeno un anno di tempo. Cosa farà il Miur? Rinvia tutto al prossimo anno scolastico, o pensa ad una scorciatoia?
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