''Orientamento
non è fare pubblicià a questo o a quell'istituto, ma fornire agli
studenti informazioni complete su tutte le possibilità formative, per
una scelta coerente con le capacità e i sogni di ognuno, ma anche che
possa rispondere alle richieste del mondo del lavoro''.
Intervenendo a Verona a Job&Orienta,
Salone nazionale dell'orientamento, scuola, formazione e lavoro, il
ministro dell'Istruzione Francesco Profumo ha evidenziato la necessità
di investire in attività di orientamento che si svolgano nel lungo
periodo, non solo a ridosso del momento della scelta come avviene oggi,
per dare modo ai ragazzi di riflettere su tutte le opportunità.
Tre, secondo il ministro, gli attori da
coinvolgere: coloro che hanno già toccato con mano il mondo del lavoro
dopo la scuola superiore, testimoni per i più giovani e vicini a loro
per linguaggio e stile; imprese, enti e professionisti dei diversi
settori produttivi, per offrire ai ragazzi uno sguardo concreto sulle
attività lavorative che andranno a svolgere; e infine scuole e
università, con i loro servizi di placement, tirocini e stage.
"Siamo cresciuti con l'idea che solo
il liceo garantisca l'ascensione sociale - ha dichiarato Profumo -, ma
osservando il tessuto economico italiano non possiamo escludere dai
percorsi di orientamento l'istruzione tecnica e professionale, che per
troppo tempo è stata penalizzata e considerata scelta di 'serie B''.
Ma le cose cominciano a cambiare: 52 ragazzi su 100 hanno scelto
quest'anno gli istituti tecnici professionali, superando per la prima
volta gli iscritti ai licei (48%).
Se il ministro ha veramente detto questo - ci riferiamo alle parole "per la prima volta"
- forse ha inteso riferirsi ad anni rcenti, ma non lo ha detto (o la
specificazione non è stata ripresa dalle cronache). L'istruzione tecnica
insieme a quella professionale è stata infatti scelta da ben oltre il
50% degli studenti fino a pochi anni fa.
tuttoscuola.com