La Cgil parla di “sonora bocciatura” di tutto il riordino voluto dall'ex ministro Gelmini.
La Nota Miur
è indirizzata ai Direttori degli Usr affinché trasmettano il documento
ai dirigenti scolastici della filiera dell’istruzione tecnica e
professionale, anche per raccogliere “suggerimenti/ipotesi in merito a
proposte di aggiornamento dei percorsi in vista della predisposizione
del Rapporto da presentare nel 2013 al Parlamento ai sensi dell’articolo
7 dei Regolamenti degli Istituti tecnici e professionali”.
In sintesi, la relazione dell’Ansas-Indire, di cui ci siamo occupati nell’articolo del 29/6/2012 ha messo in evidenza le seguenti criticità:
– scarsa innovazione sul piano
organizzativo (il comitato tecnico scientifico, ad esempio, è stato
costituito solo nel 29% di quel 48,4% di istituti che hanno risposto al
questionario per il monitoraggio).
– mancanza di risorse per
investimenti (per maggiore flessibilità organizzativa, maggiore impegno
didattico e collegiale, formazione del personale, acquisti di beni
strumentali, risorse per l’attuazione di progetti in collaborazione con
soggetti esterni, collegamento scuola-lavoro).
– la didattica laboratoriale è
considerata positivamente e viene realizzata con l’uso di strumenti
multimediali (77% degli istituti tecnici) e attraverso il lavoro di
gruppo come metodologia prevalente (66% dei tecnici e 61% dei
professionali). Tuttavia le scuole lamentano la riduzione delle ore di
laboratorio e delle compresenze.
– le certificazione delle competenze
sfiora invece l’anarchia, per la mancanza di standard e criteri
unitari, tanto da “sconfinare in psicologismo”.
Che cosa propone la nota Miur n. 2363
ai fini dell’approfondita riflessione e dell’aggiornamento dei
percorsi? Le problematiche evidenziate dalle scuole - si scrive nella
nota - specialmente riguardo alla riduzione delle ore di laboratorio e
delle compresenze “possono essere affrontate con l’opportuno impiego
degli strumenti già a disposizione delle istituzioni scolastiche”.
“L’utilizzo dell’autonomia scolastica permette infatti di modulare
diversamente l’orario delle lezioni nei vari periodi dell’anno per
aggregare in modo mirato gli spazi orari”.
Si osserva inoltre che “la
laboratorialità non va intesa unicamente come tecnica confinata ad un
luogo fisico o alla presenza di un docente tecnico-pratico, bensì come
approccio metodologico didattico innovativo che dovrebbe coinvolgere
tutte le discipline per attivare processi didattici che consentano di
superare l’atteggiamento di passività che può caratterizzare il
comportamento degli allievi nelle lezioni frontali”.
Ha buon gioco a questo punto la Cgil
nell’insorgere contro le “contraddizioni insanabili” e le scelte
“fallimentari” del riordino avviato dall’ex ministro Gelmini. “Pensare
che per sanare i guasti di una politica sull'istruzione sbagliata sia
sufficiente operare sull'orario delle lezioni e sulle modalità di
prestazione del servizio dei docenti di laboratorio, appare, per la
Flc-Cgil, banale ed evidenzia una preoccupante sottovalutazione da parte
del Miur delle reali ricadute del riordino della secondaria di II grado
sulla scuola militante”.
Tecnica della Scuola