Il ministro Carrozza ha fatto bene a
volere da subito la stabilizzazione del maggior numero possibile di
posti di sostegno. C’è ora da aspettarsi che metta mano alla disomogenea
distribuzione sul territorio dei posti stabilizzati, sfruttando
l’occasione - unica - di queste circa 27 mila immissioni in ruolo.
La situazione che si presenta oggi -
prima di cominciare quella stabilizzazione che nell’arco di un triennio
stabilizzerà in organico di diritto 26.684 posti di sostegno oggi
precari e labili – vede evidenti squilibri territoriali. Qualche
esempio: la Sicilia ha l’82% di posti stabili (8.247 su 10.057 posti di
sostegno attivati), mentre il Lazio ha il 49,8% (6.245 su 12.536); la
Campania ha il 78% di posti di sostegno in organico di diritto, la
Lombardia il 50,1%, e così via sperequando.
La stabilizzazione di quei 26.684 voluti
dal ministro dovrebbe servire anche a rimettere le cose a posto: dare
meno posti stabili a chi ne ha oggi di più, dare più posti a chi ne ha
meno.
In proposito stanno girando tabelle
ufficiose attribuite al Miur che vanno esattamente in direzione opposta
alla auspicata perequazione. C’è da augurarsi che non corrispondano al
vero.
Qualche esempio per capire. Per
raggiungere per tutte le regioni la stessa percentuale di posti stabili
in organico di diritto la Sicilia (già ben messa per stabilità) dovrebbe
stabilizzare da qui al 2015-16 altri 683 posti di sostegno; invece,
secondo le tabelle che circolano, ne stabilizzerebbe ben 3.167, cioè
2.484 in più. Il Lazio (dove oggi c’è una forte precarizzazione)
dovrebbe stabilizzare 4.887 posti; invece, sempre secondo le tabelle
ufficiose, ne stabilizzerebbe soltanto 2.582, cioè 2.305 in meno.
Ovviamente anche le quote intermedie di
posti da stabilizzare (secondo le tabelle ufficiose) sono di conseguenza
sperequate, cosicché, sempre secondo quelle tabelle, già i posti da
stabilizzare per il 2013-14 sarebbero squilibrati.
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