venerdì 22 marzo 2013

TFA - Speciali, dura presa di posizione di Di Menna, UIL-SCUOLA

E’ inaccettabile il ritardo del ministero rispetto all’avvio dei Tfa speciali, dichiara il segretario generale della Uil Scuola, Massimo Di Menna, visto che sono stati acquisiti tutti i pareri di legge. E le cose  – continua il sindacalista – a guardar bene non vanno meglio neanche rispetto ai Tfa ordinari, anche per responsabilità delle università.

Ma la questione è più ampia, e riguarda l’intero percorso di accesso all’insegnamento. Oggi, sottolinea Di Menna, un laureato per diventare insegnante deve pagare per accedere ai test preliminari (quiz a risposta multipla), se supera la prova accede al tirocinio. E paga l’università per la parte di preparazione teorica. Deve poi accedere alla parte pratica in una scuola, assistito da un insegnante. E alla fine deve superare un altro concorso: quiz, prova scritta e orale. Se supera tutte le prove inizia ad insegnare ‘in prova’. “Se si  racconta un cosa del genere – sottolinea Di Menna - in qualsiasi paese europeo, nessuno ci crede”.
Bisogna perciò “superare questo sistema che fa acqua da tutte le parti” e comporta “tanti eccessi: il costo, tra quiz e formazione, che deve affrontare chi intende diventare insegnante; il tempo necessario per giungere all’immissione in ruolo; il peso nelle decisioni e nelle scelte affidato alle università; la poca attenzione riservata agli insegnanti nella loro funzione di formatori dei tirocinanti”.
Tre i punti della proposta Uil Scuola, indicati in un comunicato del sindacato:
-  Non affidare tutta la gestione del reclutamento e della formazione degli insegnanti alle Università
-  Concorso unico per l’accesso, come avviene per diventare magistrati. Se si passa, si diventa di ruolo. Se non si supera si può riprovare.
-  La formazione iniziale affidata agli insegnanti delle scuole, retribuiti a tal scopo.

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