Giorno dopo giorno, tendono a
delinearsi i contorni su modalità e requisiti per partecipare al Tfa
speciale, riservato ad almeno 75mila docenti precari. Su sollecitazione
della Tecnica della Scuola, il Miur - attraverso uno dei suoi più alti
dirigenti - ha infatti chiarito una serie di punti. Ad iniziare da
quello relativo ai requisiti per accedere ai corsi abilitanti rivolti al
personale precario di vecchia data.
Sulla necessità di possedere il
titolo di studio prescritto e di aver svolto almeno tre supplenze da non
meno di 180 giorni ciascuna, non vi erano dubbi. Che invece non erano
stati sciolti sulla tipologie delle supplenze. Tanto che più di
qualcuno, anche tra gli addetti ai lavori, nei giorni scorsi aveva
alimentato false speranze. Indicando come valido pure il servizio svolto
interamente su materie che non hanno nulla a che vedere con
l’abilitazione da acquisire.
Ora però, dal Ministero escludono
tassativamente questa ipotesi. Specificando che delle tre supplenze
minime richieste, almeno una, sempre da non meno di 180 giorni, deve
essere stata necessariamente svolta sulla disciplina per la quale si
chiede ora di abilitarsi. L’unica eccezione che può essere accolta è
quella dell’aver svolto supplenze sul sostegno agli alunni disabili,
sempre se attuata su un ambito disciplinare attinente alla materia
interessata. È indispensabile, quindi, che l’insegnamento da cui si è
stati prescelti corrisponda.
Facciamo un esempio pratico,
riguardante un candidato ai Tfa, laureato in filosofia, che ha già
svolto quattro supplenze annuali alle superiori, nell’area umanistica
attinente al diploma di laurea conseguito. Ebbene, il nostro filosofo
aspirante prof ora chiede di potersi abilitare nella classe di concorso
A037. Dal Miur ci hanno spiegato che “lo potrà fare: l’unico vincolo è
quello di andare a verificare se la tipologia di sostegno svolta sia
quella riguardante la materia umanistica e che quindi per accedervi il
candidato abbia utilizzato la stessa classe di concorso”. Inoltre,
lo stesso prof avrebbe anche espresso il desiderio di conseguire
l’abilitazione in una classe di concorso attinente (come la A036): “bisogna sempre considerare - ci spiegano dal Miur - che i titoli di abilitazione rispondono sempre alle regole vigenti sugli ambiti disciplinari”.
Quindi, in parole povere, quando l’aspirante docente si vuole abilitare
in una classe di concorso “allargata”, comprensiva di diverse materie,
bisognerà verificare caso per caso. Andando a verificare quali sono gli
esami universitari svolti rispetto a quelli richiesti del Miur.
Tecnica della Scuola