venerdì 18 maggio 2012

TFA Speciale, il punto del prof. Giorgio Mottola


Qualcuno ha scritto che “..esultare per il successo e sentirsi delusi per l’insuccesso vuol dire essere figli delle circostanze”

Sono proprio le circostanze a determinare l’una o l’altra condizione e sono sempre le stesse circostanze a determinare svolte (anche sostanziali) alla  nostra vita.

In entrambi i casi, “successo” o “insuccesso”  incidono profondamente sul nostro carattere, e sul modo di considerare la nostra esistenza


Le “circostanze” che determinano l’insuccesso sono spesso  considerate come un accanimento del destino e degli eventi contro di noi, fatalità avverse spesso incomprensibili e ingiuste verso le quali monta o un senso di impotenza o una grande rabbia , o , nei casi piu’ ottimistici, la speranza che qualcosa possa cambiare, che possa intervenire un evento, una condizione, un’altra circostanza che moderi, attenui o ribalti il “verdetto” che ha determinato l’insuccesso.

Diceva Senneca che  non c’è speranza senza disperazione e non c’è disperazione senza speranza.

Senza la speranza c’è  una angoscia mortale  che ci fa vivere male anche il presente.

Una “angoscia” e “un vivere male” che emerge in maniera netta dai vostri post sulla mia bacheca e dai tanti msg ed email che mi pervengono



Sia chiaro: sono altrettanto numerosi quelli di “tenore opposto” che affollano la mia posta elettronica, manifestazioni di affetto, di gratitudine, di gioia per “avercela finalmente fatta” di consapevolezza che una serie di circostanze concomitanti e positive hanno determinato una svolta nella vita.

Con  “quelli che ce l’hanno fatta”  condivido la loro gioia e la loro allegra serenità invitandoli, però, a non isolarsi nel batuffolo della “esaltazione per il successo”  ma a suggerire a  chi “si sente deluso dall’insuccesso”  di non perdere mai la speranza di inseguire un sogno.

…E se quel sogno tanto sognato pare essere, oggi, una realtà è sicuramente frutto di una condivisione che, almeno per quanto mi riguarda, è iniziata il 18 febbraio 2012  al Centro congressi Cavour di Roma

Allora , a qualcuno le parole e gli impegni presi sembrarono chiacchiere che si aggiungevano ad altre chiacchiere ad altri impegni ad altre promesse.

Il mio stesso “intervento” fu definito “appassionato” ma (almeno credo)  relegato sul piano dei sogni…

Robert Goddard, uno dei pionieri della missilistica moderna, ebbe a scrivere che “… i sogni di ieri sono la speranza di oggi e la realtà di domani…” se è vero, come è vero, che per molti dei docenti invisibili e senza abilitazione una parte del sogno pare stia diventando realtà

Certo, avrei voluto che quei “molti” fossero stati  “moltissimi”, addirittura “TUTTI”.

Cosi’ non è stato, purtroppo.



Alcuni vedono “slittare” i tempi, altri sono ancora relegati in un limbo in attesa che una serie  di “paletti”  o cadano del tutto o vengano resi umanamente e razionalmente comprensibili.:



1) PRIMO fra tutti il vincolo della non interruzione del servizio nell’a.s. considerato che, trattandosi di docenti di terza fascia,  appare abbastanza “tosto” dal momento in cui è prevalsa la consuetudine, da parte dell’amministrazione,  di interrompere il servizio in occasioni di festività.

2) SECONDO , ma non per importanza, è il vincolo del servizio prestato in una stessa classe di concorso che appare molto restrittivo anche alla luce del riordino delle stesse

2 bis  SECONDO bis, . Strettamente collegato (Aree-Cdc)  è un problema che è stato evidenziato, a quanto pare solo dallo SNALS secondo il quale da parte del MIUR ci sarebbero i problemi rispetto alla possibilità che sia valutato anche il servizio sul sostegno.

3) TERZO  , un problema che è stato posto da molti e che riguarda  l’impossibilità di partecipazione in altre regioni qualora nella propria non siano previsti specifici percorsi,  considerato che il Miur infatti intende indirizzare il percorso abilitante solo per le classi di concorso  nelle stessi sedi del TFA ordinario.



Riguardo a questi primi tre punti sono cautamente fiducioso che in sede di incontro MIUR-SINDACATI  si troverà una soluzione ragionevole che non mortifichi ulteriormente i docenti precari e che eviterà di produrre contenziosi e ricorsi. In particolare sono fiducioso sul punto1 e 2 , mentre per il terzo , pur dando atto ai sindacati di aver posto con forza il problema, ritengo che il MIUR apporrà una qualche difficoltà. Il punto SECONDO bis a me personalmente pare una assurdità….. in quanto il servizio prestato su sostegno  è il risultato dell’inclusione in un elenco riferito alle discipline di appartenenza.



4) QUARTO. Tutto quanto non attivato ( diplomati ex magistrali, infanzia-primaria, discipline artistiche musicali, strumento ecc.)  . Mancano decreti  o procedure attuative



5) QUINTO. E gli insegnanti tecnico pratici? Rischiano ancora una volta di essere fuori?



6) SESTO. L’abilitazione speciale con ogni probabilità dovrà comportare la modifica del Regolamento sulla formazione iniziale (DM 249/10) . Perplessità, ovviamente, sui tempi per questa modifica e relativi atti consequenziali; perplessità ancora piu’ concreta considerate le imminenti scadenze. Inoltre tale apertura ad abilitazioni speciali per coloro che hanno maturato il servizio previsto sarà strutturale?



Per quanto riguarda il punto QUARTO pare , ma si attende conferma ufficiale, che stiano in dirittura di arrivo i relativi adempimenti o, almeno, il problema è all’attenzione del MIUR

Per il punto QUINTO la soluzione si prospetta oltremodo lontana considerata l’obiezione del MIUR circa gli esuberi che si stanno determinando in questa categoria di docenti. Intanto la categoria viene mortificata da precedenti interventi legislativi.

Infine per il punto SESTO credo che il consiglio da  dare è di attendere  atti ufficiali che diano certezze , e di iscriversi al TFA non proprio sul filo di lana…ma quasi.

Per finire, dovendo essere modificato il DM 249/10 credo che l’abilitazione speciale , per coloro che ne hanno i requisiti, sarà  strutturale al sistema di reclutamento.

Se cosi’ sarà le prospettive di coloro che hanno maturato solo i 360 giorni di servizio sembrano allontanarsi sempre di piu’. L’azione parlamentare in favore dei 360 giorni ha prodotto un varco all’abilitazione speciale ma, purtroppo,  il MIUR l’ha ristretta sui 36 mesi prima e sui 180 x3, poi (ma ne avremo contezza solo ed esclusivamente quando ci saranno atti ben definiti)



Noi abbiamo cercato, in poco piu’ di tre mesi, senza soste,  di dare voce a chi voce non aveva, di rendere visibili quelli che il Sistema aveva oscurato,  di dialogare con loro cercando di rappresentare con forza le loro esigenze ed i loro sogni.

Abbiamo presentato una mole impressionante di interrogazioni, risoluzioni, emendamenti, note  odg,  sia alla Camera che al Senato.

Abbiamo interessato la stampa e coinvolto i media che hanno voluto darci spazio

Dal recepimento da parte del Governo del nostro odg è poi partito tutto.

Qualche sogno si è avverato, qualcun altro prima o poi uscirà dal limbo dell’incertezza, qualcun altro ancora si è infranto, almeno per quest’anno.

Ci resta la consapevolezza di  aver lottato per una causa giusta e di aver auspicato un impegno solo di buon senso.

Altro che sanatoria…..come ci hanno piu’ volte accusato.



In questi tre mesi ho conosciuto persone splendide, professionisti eccellenti ed entusiasti del loro lavoro; ho conosciuto ( o credo di conoscere) le storie di ognuno di loro e di ognuno le diverse esigenze.

A tutti loro dico ancora di tenere viva la speranza e di lottare e combattere con civiltà e dignità per le proprie idee



                                                                GIORGIO MOTTOLA

         (vice Coordinatore Dipartimento Nazionale Scuola e Università di Futuro e libertà,
                                                               con delega alla Scuola)